Giro d’Italia 2017, Pedara: storia e attrattive turistiche [GALLERY]

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Pedara si trova alle falde dell’Etna, sul versante meridionale del vulcano, nella zona dei coni avventizi dei Monti Rossi, dai quali fuoriuscì la grande colata del 1669 a 610 metri slm e a 14 km da Catania. Situato tra i comuni di Trecastagni e Nicolosi, Pedara deriva il suo nome, forse, da un’antica ara dedicata a Giove (etimologicamente “ai piedi dell’ara”), da cui oggi prende il nome la sua strada principale. Secondo altri, invece, Pedara deriverebbe dal latino “lapidaria” (pietrosa), poiché il paese sorge su un terreno di pietra lavica. Un tempo l’abitato era situato più a nord di quello attuale. Reperti antichi testimoniano l’origine greca del luogo, con tracce romane e di epoche successive. La storia di Pedara comincia a delinearsi meglio dopo l’arrivo dei Normanni. Nel 1388 il Vescovo della diocesi autorizzò gli abitanti a costruire la prima chiesa parrocchiale, dedicata alla Vergine Maria…. Evento, questo, che portò alla nascita di una delle prime comunità cristiane della zona. Durante il 400, due catastrofiche eruzioni sommersero i campi e i Pedaresi cominciarono, gradualmente, a trasferirsi più a valle, dando vita a Pedara nell’attuale sito. Nel 1641 il Casale, amministrato dal Senato di Catania, venne venduto alla famiglia messinese Di Giovanni. In seguito fu barone di Pedara Domenico di giovanni. Per circa 50 anni il paese visse il periodo più florido della sua storia, diventando baronia e assumendo le connotazioni di centro più ricco ed organizzato dell’Etna sotto l’aspetto socio-economico. L’11 gennaio 1693 avvenne il più violento terremoto che la storia locale ricordi. In pochi secondi furono rasi al suolo molti paesi della Sicilia Orientale e anche Pedara divenne un cumulo di macerie. Nella seconda metà del XVIII secolo, vi esercitò la giurisdizione Anna Maria di Giovanni, erede del casato. Pedara passò, poi, alla famiglia Alliata di Villafranca. L’ultima parte del 700 fu caratterizzata da carestia e miseria, con l’affermazione della borghesia terriera. Nel 1812 venne abolita la giurisdizione feudale siciliana, con la successiva riforma borbonica che significò, per la città, l’inizio di una nuova trasformazione. Nel 1817, grazie al decreto emanato a Napoli dal re Ferdinando IV, il paese divenne Comune autonomo. Tra l’800 e il 900 vi fu un notevole sviluppo urbano ed edilizio, con la creazione di numerose zone abitate. Cosa visitare a Pedara? Il monumento più importante è, senza ombra di dubbio, la Basilica di Santa Caterina. L’intero complesso architettonico, difatti, è considerato uno splendido esempio di chiesa nera dell’Etna, con un sapiente utilizzo di pietra lavica e intonaci. La sua prima costruzione venne completata nel 1547 in stile romanico ma nel 1682 venne demolita la fabbrica per realizzarne una più spaziosa e attrezzata. Ma l’11 gennaio 1693 della chiesa rimase ben poco a causa del terremoto. Essa risorse dopo 10 anni di lavoro ad opera del sacerdote pedarese Don Diego Pappalardo nel 1705. Da visitare: la Chiesa di Sant’Antonio Abate, sita nell’omonima piazza, costruita nel 1680, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa di Santa Maria della Stella, la Chiesa di San Vito; la Chiesa di San Biagio. Ed ancora, il Monumento ai caduti, realizzato dallo scultore Vincenzo Torre nel 1925, che rappresenta un guerriero morente baciato dalla Gloria, il Palazzo don Diego Pappalardo; il Palazzo dei discendenti di don Diego Pappalardo; il Palazzo Baronale Di Giovanni, Palazzo Pulvimenti, Villa Laudani, Il Santuario di Maria SS. Annunziata, la Biblioteca Comunale, sita nell’800esco Palazzo di Corso Ara di Giove, che conta un patrimonio librario di circa 18.000 volumi.

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