Haiti, Ban Ki-moon deluso dai pochi aiuti dopo l’uragano Matthew: “serve tendere la mano” [GALLERY]

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Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha manifestato il suo disagio per la “devastazione assoluta” provocata dall’uragano Matthew ad Haiti, oltre alla delusione per l’insufficienza degli aiuti di emergenza che raggiungono la nazione caraibica. “Sono deluso dalla risposta della comunità internazionale. Spero sinceramente che i principali donatori tendano la propria mano in aiuto, li sollecito”, ha detto Ban dall’aeroporto di Port-au-Prince, dopo una ricognizione in elicottero sulle regioni meridionali, le più colpite. Haiti stava faticosamente riemergendo dal devastante terremoto del gennaio 2010, che uccise oltre 200mila persone, quando è arrivata questa nuova calamità naturale a farla ripiombare nell’incubo. Gli aiuti internazionali arrivati all’epoca, vista anche l’assenza di coordinamento, si rivelarono un totale fiasco e soltanto un’esigua parte dei fondi raggiunse veramente le vittime della catastrofe. “So che c’è un po’ di stanchezza da parte di alcuni Paesi, ma la situazione attuale, il disastro reale che ha colpito questo Paese attraverso l’uragano Matthew è oltre ogni descrizione”, ha aggiunto il segretario generale dell’Onu, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente ad interim Jocelerme Privert. Almeno 546 persone sono morte e più di 175mila hanno perso la propria casa. Ban ha spiegato che è necessaria una risposta massiccia per far fronte alla distruzione, con quasi un milione e mezzo di persone che hanno bisogno di assistenza urgente dopo che città e villaggi sono state praticamente spazzate via dalla cartina geografica. L’Onu ha lanciato un appello urgente per la raccolta di 120 milioni di dollari a favore di Haiti: finora, però, appena il 12 per cento dei fondi necessari è stato raccolto.

Privert, il leader ad interim, ha chiesto il sostegno a lungo termine dagli alleati. “Ci saranno sempre uragani, ci saranno sempre catastrofi. Abbiamo bisogno di azioni concrete per alleviare i danni dei prossimi uragani che non ci hanno ancora colpito”, ha avvisato Privert. Ban aveva in precedenza visitato Les Cayes, una delle zone più colpite dall’uragano Matthew dal suo arrivo sull’isola lo scorso 4 ottobre, accompagnato da raffiche di vento di 230 chilometri orari. “Ero molto, molto triste quando abbiamo visto la totale devastazione. Ma le persone del mondo sono dalla vostra parte”, ha detto il segretario generale Nato, parlando in francese, “Le Nazioni Unite sono con voi. Mobiliteremo tutte le risorse per aiutarvi”. Piano piano, le strade sono state ripulite e i negozi hanno riaperto. Ban è stato accolto con calore al liceo Philippe Guerrier, dove circa cinquecento persone sono ancora accalcate. Ha parlato con un ragazzo ferito, prima di invitare gli sfollati a resistere. “Ci hanno detto di andarcene perchè la scuola deve ricominciare l’attività, ma non abbiamo nessun posto dove stare”, ha raccontato Aivi Jean-Bar, una signora di 36 anni che con i quattro figli ha trovato riparo nel liceo, “Ci hanno portato qualcosa da mangiare e da bere, ma non è quello che ci serve. Quello che vogliamo sapere è dove potremo andare a dormire”. Oltre alla distruzione di case e aziende agricole, gli haitiani che vivono nelle zone più colpite devono poi far fronte alla carenza di acqua potabile, che sta favorendo la diffusione di malattie. L’isola è stata funesta per anni dal colera, che ha causa oltre 10mila morti, malgrado gli intensi sforzi per contrastarlo. La malattia fu portata ad Haiti dai caschi blu del Nepal, nelle operazioni di aiuto post-terremoto. Le autorità hanno riscontrato un nuovo aumento dei casi, che ha indotto l’Oms ad annunciare la scorsa settimana l’invio di un milione di dosi di vaccino anti-colera aggiuntive ad Haiti. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nel frattempo, ha raggiunto un accordo per prorogare fino ad aprile del prossimo anno la permanenza della missione Minustah.

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