Incendi California, scatta l’allarme inquinamento durante la visita di Trump: “situazione drammatica oltre ogni immaginazione” [FOTO]

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E’ triste da vedere, e’ una devastazione totale, nessuno avrebbe mai pensato che potesse accadere“: cosi’ Donald Trump a Chico, vicino a Paradise, la cittadina distrutta dai roghi in California. Alla domanda se pensa che i cambiamenti climatici siano una delle cause di quello che e’ successo il presidente ha risposto che “ci sono molti fattori” e che l’incendio non ha cambiato la sua opinione sul climate change. “per quanto riguarda perdite umane, ancora nessuno sa con certezza. Noi abbiamo un certo numero, ma abbiamo molte persone che sono ancora disperse” ha aggiunto Trump.

Intanto arriva un altro allarme: San Francisco, Sacramento (la capitale) e Stockton sono “le citta’ piu’ inquinate” del mondo, con una qualita’ dell’aria peggiore di alcuni luoghi noti tradizionalmente per lo smog in Cina e in India, secondo PurpleAir, una organizzazione nonprofit che aggrega i dati dei siti che monitorano la qualita’ dell’aria nel mondo. “Sembra la peggior qualita’ dell’aria mai sperimentata a San Francisco”, ha ammesso Dan Jaffe, professore di chimica ambientale all’ universita’ di Washington, definendo la situazione “una vera e propria emergenza”.

L’odore del fumo si è sentito anche quando Trump è sbarcato alla base aerea di Beale, a nord di Sacramento, accolto dal governatore uscente Jerry Brown e dal governatore eletto che gli subentrera’, Gavin Newsom, entrambi democratici e suoi fieri avversari. Il presidente ha effettuato vari sopralluoghi e incontrato i soccorritori, evitando per ora le polemiche. Ma prima di partire aveva sollevato nuovamente la necessita’ di migliorare la gestione del patrimonio forestale, su cui inizialmente aveva scaricato le cause dei roghi, suscitando reazioni sdegnate. “E’ una questione molto grossa e costosa, ma molto economica se si paragona anche ad uno solo di questi orribili incendi e al fatto che salveremo un sacco di vite”, ha sottolineato.

In effetti il bilancio e’ drammatico (74 morti accertati) e resta l’interrogativo su un numero cosi’ elevato di dispersi: 1011. Ma le autorita’ hanno precisato che la lista potrebbe contenere nomi duplicati o di persone che sono sane e salve all’insaputa di chi le sta cercando. Gli sfollati, in alcuni casi ospitati in tende, invece sono circa 50 mila. I roghi, alimentati da venti forti su una vegetazione secca a causa di una lunga siccita’, sono scoppiati l’8 novembre nel nord della California distruggendo la cittadina di Paradise, che contava 27 mila abitanti, e le comunita’ vicine. Finora sono andati in fumo 598 km quadrati di terreno e sono state incenerite 10 mila abitazioni, comprese le ville di molte star, da Guillermo del Toro a Neil Young. I vigili del fuoco sono riusciti a domare finora solo il 50% del fronte di fuoco. Ora stanno rafforzando le linee di contenimento e tenendo d’occhio i focolai in attesa di venti che si dovrebbero rinforzare nelle prossime ore, arrivando a 60-70 km l’ora. La pioggia e’ prevista solo verso meta’ della prossima settimana: aiutera’ i pompieri ma rendera’ piu’ difficile le ricerche dei resti delle vittime. Intanto New York torna alla normalita’ dopo l’anomala tempesta di neve che ha colpito tutta la parte orientale e il midwest degli Stati Uniti, provocando almeno 8 vittime (soprattutto a causa di incidenti stradali) e lasciando 389 mila persone senza luce. La Grande Mela era andata in tilt, il traffico e i trasporti pubblici erano rimasti paralizzati per ore a causa di una nevicata (quasi 20 cm) che in questo periodo non si vedeva dal 1938. Le polemiche pero’ restano, con il sindaco Bill de Blasio sotto accusa per la cattiva gestione dell’emergenza.

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