California, si chiama Paradise ma per ore è stata solo un inferno di fuoco: ecco quel che resta della città rasa al suolo dalle fiamme [FOTO]

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Non è possibile vedere un solo residente di Paradise, città di 27.000 abitanti, il giorno dopo l’evacuazione della comunità della California del nord che potrebbe essere distrutta per sempre. Veicoli abbandonati e consumati dalle fiamme ingombrano la via principale, inequivocabile prova del caos delle evacuazioni del giorno prima. La maggior parte dei suoi edifici è in rovina. Interi quartieri sono rasi al suolo. L’area commerciale è distrutta. In un solo giorno, la città ai piedi della Sierra Nevada, fondata nel 1800, è stata quasi totalmente ridotta in cenere dalle fiamme che si sono propagate così velocemente da far risultare vano qualsiasi tentativo di contenimento da parte dei vigili del fuoco.

Un solo giorno dopo essere divampato, il Camp Fire si è esteso a 362km² e ha distrutto oltre 6.700 strutture, quasi tutte case, trasformandosi nell’incendio più distruttivo della storia della California. 9 le vittime confermate, alcune trovate all’interno dei loro veicoli, altre fuori da auto e case dopo un disperato tentativo di sfuggire alle fiamme. Le identità non sono ancora state rese note. Considerando anche gli incendi che bruciano nella California meridionale, le autorità stimano che oltre 200.000 persone siano state costrette a lasciare le loro case. Tra le città evacuate, anche la famosa Malibu, che ospita 13.000 persone e molte delle più grandi star di Hollywood.

Da quando è divampato l’incendio, a Paradise una fitta nube gialla addensa l’aria, dando l’idea di un tramonto nel bel mezzo della giornata. Alcune delle querce maestose che caratterizzano la città ardono ancora nei loro tronchi. Gli spessi pali di legno che sostengono i guardrail continuano a bruciare. L’ordine di evacuazione ha dato origine ad un esodo disperato in cui molti automobilisti in preda al panico si sono ritrovati bloccati. Molti hanno abbandonato i loro veicoli per correre a piedi mentre le fiamme infuriavano da tutti i lati.

Alla periferia della città, il residente Patrick Knuthson ha dichiarato che solo 2 delle 22 case che una volta si trovavano sulla sua via sono ancora in piedi, la sua e quella di un vicino. Ha lavorato tutta la notte con i vicini per creare una linea di fuoco, determinato a non perdere la sua casa. “Il fuoco bruciava da una casa all’altra fin quando sono state distrutte quasi tutte. Io ho perso la mia casa nel 2008 ed è qualcosa che non si può descrivere se non lo si vive”, ha raccontato Knuthson, che ha combattuto fiamme di oltre 2,5m di altezza mentre i forti venti sollevavano detriti infuocati tutto intorno. Ha lavorato così a lungo tra fuoco e fumo da aver bisogno di una maschera dell’ossigeno per potersi riprendere. Ha deciso di non lasciare la sua abitazione, ma il mattino dopo si è ritrovato ricoperto di fuliggine dalla testa ai piedi.

La sua piccola cittadina non sarà più la stessa, sostiene. Il paesaggio rurale di querce avrà bisogno di anni per recuperare. Della zona dei negozi, nella parte centrale della città, non è rimasto altro che un cumulo di macerie. L’unica eccezione è la Chiesa di St. Nicholas. La vicina chiesa New Life è distrutta. Dei negozi rimangono solo le insegne carbonizzate e detriti ammassati, delle auto solo i telai. L’ospedale della città ha resistito, ma due dei suoi edifici minori sono stati rasi al suolo dalle fiamme.

Ma cosa ne sarà della tradizione di Paradise, ora che la città è praticamente distrutta? “Era un’antica città. Aveva gli edifici antichi tutti allineati sul vialetto. Quasi tutte le aziende erano di proprietà locale e includevano un mix di antichi negozi, mercatini dell’usato, piccoli ristoranti, due bar e molte chiese”, racconta una residente. La città è divenuta famosa per la scoperta di una pepita d’oro di oltre 24kg nel 1800, che alla fine ha portato ad un festival che da 100 anni ne onorava la scoperta. Ora che la città non esiste più, che ne sarà di questa tradizione?

I californiani si sono abituati agli incendi e molti dicono di essere ben preparati. Ma la ferocia e la velocità di questo incendio hanno superato qualsiasi tipo di preparazione. La siccità, le condizioni più calde attribuite ai cambiamenti climatici e la costruzione di case sempre più all’interno delle foreste hanno portato ad una stagione degli incendi più distruttiva che è iniziata prima e che sta durando più a lungo. Solo 160km a nord di Paradise, il 6° incendio più distruttivo della storia californiana è divampato a luglio ed ha infuriato fino ad agosto. Il Carr Fire, vicino Redding, ha ucciso 8 persone, bruciato circa 1.100 case e consumato 927km² di terra prima di essere contenuto.

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