Ecco la misteriosa isola di Tonga nata da un’eruzione vulcanica: inizia a crescere la vegetazione in un paradiso incontaminato

  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: Sea Education Association / SEA Semester
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: NASA
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: Dan Slayback
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: Dan Slayback
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: Dan Slayback
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: Dan Slayback
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: NASA
  • isola Hunga Tonga-Hunga Ha’apai
    Credit: Dan Slayback
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Sembra che la misteriosa isola che si è formata 4 anni fa nello stato di Tonga, nel sud del Pacifico, non sparirà presto sotto le acque dell’oceano, secondo gli scienziati della NASA. È una delle 3 isole nate da un’eruzione negli ultimi 150 anni a sopravvivere all’azione erosiva delle onde dell’oceano per più di qualche mese, secondo la NASA. Le altre due isole surtseyane che si sono formate sono apparse al largo della costa dell’Islanda nel 1963.

La nuova isola è nata da un’eruzione vulcanica del 2014 vicino allo stato di Tonga ed è emersa tra due isole preesistenti, conosciute come Hunga Tonga e Hunga Ha’apai, nel gennaio del 2015. All’inizio si pensava fosse solo un fuoco di paglia e che sarebbe stata cancellata nell’arco di pochi mesi. Poi però l’isola ha iniziato a crescere, formando un istmo nel 2015 con una delle isole vicine. Non ha un nome ufficiale e per questo si utilizza la combinazione dei nomi delle due isole vicine, ossia Hunga Tonga-Hunga Ha’apai o HTHH. L’isola spicca per il suo paesaggio in stile marziano, per le sue spiagge vulcaniche incontaminate e per la vetta di 120 metri, senza che niente sia stato alterato dall’intervento umano.

Solo recentemente gli scienziati hanno messo piede sull’isola. Dan Slayback del Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, in Maryland, ha visitato l’isola nell’ottobre 2018 insieme a scienziati e studenti del Sea Education Association Semester della Woods Hole Oceanographic Institution. Un drone ha realizzato un sondaggio aereo dell’isola e tutti i dati verranno utilizzati per sviluppare un modello 3D.

L’isola è di particolare interesse per gli scienziati per le sue somiglianze con i paesaggi che esistono altrove nel nostro sistema solare e HTHH potrebbe fornire anche importanti indicazioni sulle caratteristiche di pianeti come Marte, in particolare su come i paesaggi vulcanici abbiano interagito con l’acqua sul Pianeta Rosso primordiale. Invece che di sabbia , la maggior parte dell’isola è coperta di ghiaia nera che Slayback descrive dalle dimensioni di un chicco di piselli. Sul cono dell’isola è stata osservata dell’argilla più chiara che viene lavata via. Il fango è descritto come molto viscoso. “Anche se l’avevamo vista, non sapevamo davvero cosa fosse e io sono ancora un po’ confuso sulla sua provenienza. Perché non è cenere”, ha aggiunto Slayback riferendosi all’argilla. Sono stati raccolti piccoli campioni per l’analisi minerale e verranno utilizzati anche per comprendere quanto a lungo possa sopravvivere l’isola.

Sull’area che connette l’isola alla sua “vicina” sta iniziando a crescere della vegetazione. Secondo la NASA, la vegetazione è probabilmente dovuta agli escrementi degli uccelli. Qualche animale ha anche iniziato a prendere residenza sull’isola, incluso un barbagianni e centinaia di rondini. La visita degli scienziati ha confermato che l’isola non è così piatta come sembra dai satelliti. Slayback ha dichiarato che il team che ha visitato l’isola si è sentito euforico. L’erosione delle onde ha causato gole e dislivelli, come potete vedere nelle foto contenute nella gallery a corredo dell’articolo. Una delle caratteristiche che ha colpito gli esperti sono state proprio le profonde gole che corrono lungo i lati del cono vulcanico. “L’isola si sta erodendo con la pioggia molto più velocemente di quanto avessi immaginato. Eravamo concentrati sull’erosione della costa meridionale dove si infrangono le onde. È proprio l’intera isola che sta scendendo giù. È un altro aspetto che si è dimostrato molto chiaro quando siamo stati davanti a queste enormi gole erosive. Ok, questo non c’era 3 anni fa e ora è profondo 2 metri”, ha aggiunto Slayback.

Ora Slayback e colleghi utilizzeranno i dati raccolti per comprendere il volume dell’isola e quanta cenere e materiale vulcanico siano stati eruttati dal condotto. Analizzeranno anche se si stanno verificando processi idrotermali che potrebbero far solidificare il materiale e permettergli di resistere all’erosione per i prossimi decenni. I vacanzieri desiderosi di visitare l’isola incontaminata potrebbero non avere molte chance. La NASA, infatti, prevede due potenziali scenari per il futuro dell’isola e nessuno dei due contempla la prospettiva di vacanze in spiaggia. Il primo suggerisce che l’intera isola potrebbe essere cancellata dall’erosione delle onde nei prossimi 7 anni, mentre il secondo lascia solo il cono vulcanico come nuova isola che potrebbe durare per i prossimi 30 anni.

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