L’assurda mattanza della fauna sulle strade della Calabria [FOTO SHOCK]

  • Un Capriolo investito sulla Ss107 - Sila - ph G.CONGI
  • Gatto selvatico investito sulla Sila - Ss107 - ph G.CONGI
  • La rarissima Lontra morta sulla Ss107 nel crotonese - ph C.F.S.
  • Una mamma Scoiattolo con il figlio morti sulla Ss 108 bis - ph G.CONGI
  • Allocco travolto al bivio sud per San Giov. in Fiore Ss107 - ph G.CONGI
  • Tasso investito sulla Ss108 bis in agro di Aprigliano - ph G.CONGI
  • Averla piccola investita sulla Sp 211 nel Parco della Sila - ph G.CONGI
  • Martora travolta sulla Ss107 nel Parco Naz. della Sila - ph G.CONGI
  • Una Volpe uccisa sulla Sp 208 - Sila - ph G.CONGI
  • Faina investita sulla Sp 213 - Sila - ph G.CONGI
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Ogni giorno sulle strade del grande altipiano calabrese si consuma una strage silenziosa. Decine di animali selvatici muoiono investiti nel più totale disprezzo dell’immenso patrimonio naturale qui presente, oltre che per la vita d’innumerevoli creature. A questi, si aggiungono molti animali domestici randagi, soprattutto cani e gatti, falciati e spesso lasciati in agonia a bordo delle strade. Oggi il soccorso agli animali investiti è un obbligo di legge. Le strade che attraversano la Sila e, il suo bel Parco Nazionale, sono state costruite molti decenni addietro, adesso forse sottodimensionate rispetto al grande volume di traffico veicolare, specie di quello pesante, un tempo certamente molto più limitato. Agli immancabili e gravissimi incidenti, che purtroppo registrano molte perdite umane, si aggiungono i pericoli che gravano su un territorio che è nato selvaggio e che l’uomo vorrebbe sempre più addomesticare a suo uso e piacimento. Un immenso reticolo di strade comunali, provinciali e statali pullula ormai gran parte della Sila calabrese, uno dei più vasti altipiani d’Europa, meglio noto come il Gran Bosco d’Italia. L’uomo, come spesso accade, al necessario e sacrosanto progresso non ha poi dato seguito ad alcuna opera di mitigazione dell’impatto antropico. In altri paesi europei ma anche in altre regioni italiane, nelle aree più sensibili, sui corridoi conclamati per la fauna selvatica o là dove esistono delle emergenze faunistiche ed ecologiche, sono stati realizzati una serie di accorgimenti finalizzati a evitare o limitare fortemente l’impatto degli automezzi sulla fauna e gli animali in genere. Tunnel, sottopassi, banchine protette e una serie di altri manufatti, delle volte anche una banale rete metallica, evita ad animali, rari e meno rari, di essere schiacciati come nulla fosse. A tal evidente problematica, dalle nostre parti mai affrontata a quanto pare, segue lo squallore di vedere per giorni o addirittura mesi, le inermi carcasse o ciò che tristemente ne resta, giacenti sulla strada o a bordo di essa, nel segno della normalità per una società che si autodefinisce civile. Questa è in sintesi l’ennesima presa di posizione di Gianluca Congi, noto osservatore e studioso della fauna selvatica calabrese, tra i più apprezzati e attivi sul territorio italiano. Come avviene da moltissimi anni, spesso nel disinteresse generale, Gianluca Congi denuncia la mattanza di animali selvatici e domestici che avviene su tutta la Sila: “Ci sono dei tratti stradali e dei punti specifici ampiamente noti per gli impatti con gli animali. Uno dei tratti più pericolosi in assoluto è quello tra San Nicola – Righio – Croce di Magara, sulla SS107. Questi sinistri, giova ricordarlo, rappresentano pure un serio pericolo per gli automobilisti e per la circolazione stradale, quindi non solo per gli animali! Per mettere in sicurezza gli utenti della strada e gli animali, basterebbero delle piccole accortezze tecniche, anche a volte dei sottopassaggi, guidati magari con una recinzione all’esterno. La fauna selvatica che arriva sulla strada, al sopraggiungere di un veicolo spesso si impaurisce o viene accecata dai fari perciò non riesce a scappare nella direzione giusta, trovandosi altissimi muri di cemento da ogni parte e finendo per essere investita in molti casi”. L’ultimo episodio risale a ieri, un grosso Gatto selvatico (Felis silvestris), una specie abbastanza rara, è stata investita e uccisa sulla Ss 107, ancora una volta nel tratto della morte e più precisamente al bivio per San Nicola – Silvana Mansio, era ormai una sagoma appiattita irriconoscibile, è stata la parte finale coda ancora integra, che ha consentito di determinare la specie, unitamente ad altri magri elementi che ancora erano ben visibili. Un altro grosso Gatto selvatico, soltanto un anno e mezzo prima, era stato trovato morto investito a meno di 400 metri dal caso descritto, lo scoprì la Polizia Provinciale che ne recuperò la carcassa integra per consegnarla al Centro Natura del Cupone nelle mani del veterinario dell’Ente Parco. “In questa zona – continua Congi – negli anni sono morti investiti lupi, caprioli, martore e altri animali protetti, tra cui alcuni molto rari sul territorio italiano. Credo, che l’ente proprietario della strada, in questo caso l’ANAS, dovrebbe prendere coscienza del problema e adottare qualche cautela, di concerto con l’Ente Parco e con tutte le istituzioni che si occupano della tutela del territorio, senza dimenticare le associazioni e i gruppi di ricerca faunistica, che ogni giorno sono sul territorio con gli occhi aperti, e che possono dare molte informazioni spesso sconosciute”. Non c’è giorno che transitando soprattutto sulla statale “Silana-Crotonese”, sia direzione Cosenza sia direzione Crotone, non siano avvistate sagome di animali morti. Quelli più uccisi sono gli scoiattoli neri meridionali, le faine, le volpi e i ricci. Come già detto, però, spesso a morire sono pure animali più grossi, caprioli, cinghiali, tassi e persino istrici nelle zone più miti. Nella macabra lista, non potevano mancare gli uccelli, con i rapaci notturni in testa (recentemente anche un Gufo comune nei pressi di Camigliatello, nel periodo riproduttivo per una specie non comune come nidificante in Calabria). Non vanno dimenticati nemmeno i tanti rettili (testuggini e serpenti in particolare) come del resto gli anfibi, con i rospi a essere tristemente i più vessati a causa della lentezza nei pericolosi spostamenti. Spesso le strade, spezzano gli ambienti naturali per cui gli animali, sono costretti a muoversi per cacciare o più semplicemente per riprodursi.  La notizia più emblematica è di qualche settimana fa, il Corpo Forestale dello Stato ha recuperato un cadavere di una rarissima Lontra quasi certamente investita sulla Ss107, in provincia di Crotone. Oltre alla cautela che raccomandiamo sempre agli automobilisti, affinché rispettino scrupolosamente le norme del codice della strada e soprattutto i limiti di velocità, ci auspichiamo una seria presa di responsabilità da chi preposto alla tutela del prezioso patrimonio faunistico della nazione e dai gestori delle strade (in primis enti proprietari delle strade, ente parco, regione ecc.). La fauna selvatica calabrese sta vivendo uno dei periodi più bui, con lo spettro del bracconaggio sempre presente, la crisi dei centri di recupero senza fondi, la grave carenza di vigilanza in materia venatoria e il degrado ambientale diffuso. Gli animali, purtroppo non hanno voce per ribellarsi a questo triste stato di cose, ecco perché tocca alle persone fare qualcosa di concreto oltre le solite chiacchere. M.Gandhi diceva: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”.

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