Vedere le fratture delle placche terrestri è possibile: nella natura selvaggia dell’Islanda si possono ammirare le viscere della Terra

Non sono molti i luoghi sulla Terra dove si possono vedere concretamente i cosiddetti limiti di placca: uno di questi si trova in Islanda
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Non sono molti i luoghi sulla Terra dove si possono vedere concretamente i cosiddetti limiti di placca. Uno di questi, forse uno dei più affascinanti, è la dorsale Medio-Atlantica islandese, dove la placca Nord-Americana si allontana da quella Euroasiatica, ‘spingendosi’ l’una con l’altra. La frattura presente presso la grotta di Grjótagjá, piccola cava lavica nei pressi del lago Mývatn, è uno di quei luoghi dove si possono vedere le due placche incontrarsi, in un abbraccio/scontro quasi surreale.

Le due placche, dunque, esprimono qui tutto il loro contrasto. E proprio i contrasti sono le caratteristiche tipiche di questa terra, l’Islanda, dove sembra che la natura non voglia, più che in altri posti, stare ferma a guardare gli esseri umani che la modificano, che la cambiano, che ne deturpano anche gli angoli più paradisiaci. Qui le forze naturali si fanno sentire, sono concrete e coinvolgono tutte e cinque i nostri sensi. Geyser, vulcani, caldere fumanti, luce in piena notte e vegetazione dal verde brillante creano dei contrasti forti e affascinanti, degni degli effetti speciali del miglior film cinematografico di fantascienza. Ma è tutto reale.

E a proposito di contrasti, la luce in piena notte stride, ad esempio, con il nero delle pianure e con le spiagge scure per via delle lava basaltiche. E’ un’isola, l’Islanda, nata grazie all’azione dei vulcani, e queste sue origini traspaiono da ogni suo aspetto. La terra islandese è la maggiore tra quelle emerse della dorsale medioatlantica, ovvero una vasta catena di montagne sottomarine che fa parte di un sistema di fratture nella crosta terrestre, lunga circa 70 mila chilometri: è come un enorme serpente che dorme dorme sotto gli oceani avvolgendo tutta la terra.

Località: Grjótagjá cave, Iceland
Photo: Lynn Recker

La dorsale, in particolare, segna proprio la zona di rottura tra le placche Nord-Americana ed Euroasiatica, che si allontanano l’una dall’altra spostandosi di circa 2 centimetri ogni anno. Sono spostamenti, questi, non indolori per l’Islanda: come è ovvio causano la risalita del magma il quale, raffreddandosi, da’ origine ai rilievi sottomarini. Si può dunque affermare che questa frattura sia ‘la madre’ dell’Islanda: le ha dato origine e al contempo è la causa della sua intensa attività vulcanica. Ma l’Islanda ha anche un padre: si tratta delle dorsale di Wyrville, che dalla Scozia corre verso la Groenlandia.

L’Islanda è un’isola giovane, da un punto di vista geologico, e come tutti i giovani ha un carattere irruento, violento: tensioni della crosta terrestre, lacerazioni, fuoruscite magmatiche, terremoti, eruzioni e maremoti, sono così frequenti e repentini da causare un continuo rimodellamento del paesaggio islandese, dandogli così quell’aspetto selvaggio e maledetto, ma allo stesso affascinante, che fa dell’isola uno dei luoghi della Terra più veri e più in balia della natura che esistano.

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