L’Italia tra i leader mondiali dell’efficienza energetica: investimenti per 100 miliardi e 425.000 nuovi posti di lavoro tra 2012 e 2015

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I nostri edifici inquinano più delle automobili. La qualità dell’aria nelle nostre città, infatti, è influenzata non solo dal traffico, come comunemente si crede, ma sempre più dall’arretratezza del patrimonio edilizio, responsabile di più del 50% delle emissioni di biossido di carbonio (CO2) e sino al 30% delle emissioni di particolato (PM). Interventi, anche limitati, sui sistemi di riscaldamento e condizionamento degli edifici, nei soli 20 capoluoghi di Regione, ridurrebbero le emissioni dal 10% al 50% e determinerebbero ricadute positive sulle imprese Italiane attive nella filiera dell’efficienza energetica sino a 1 miliardo di euro di volume d’affari; l’Italia potrebbe conseguire una leadership industriale, catturando la forte crescita internazionale attesa nel settore delle tecnologie efficienti.

E’ quanto emerso al 4° Forum Energia promosso anche quest’anno da ENGIE – tra i principali operatori mondiali del settore energetico (www.engie.it) con la collaborazione di ANCI, The European House-Ambrosetti e Politecnico di Milano.

In Italia, il 55% delle abitazioni ha oltre 40 anni di età, percentuale che sale al 75% nelle città metropolitane. Questo ha conseguenze sia ambientali che economiche. Solo per l’edilizia pubblica (scuole comprese), ad esempio, il costo del riscaldamento è quasi di 2 miliardi annui (in crescita: 1,6 miliardi nel 2007).

2Il tema inquinamento è associato automaticamente alla mobilità. Eppure, sul totale dei consumi di energia, il segmento “residenziale” pesa per il 29%, vicino al 33% dei trasporti e comunque di molto superiore al 23% di tutta l’industria, al 13% del terziario, al 2% dell’agricoltura.

Nella città di Milano, ad esempio, come ha evidenziato lo studio presentato dal Politecnico, sostituendo il 10% circa degli impianti più vecchi e meno efficienti con impianti più moderni si otterrebbe una riduzione delle emissioni pari al blocco del traffico per ben 6 settimane.

Inoltre, mentre il trend delle emissioni di polveri sottili da trasporto su strada ha subito negli anni un forte rallentamento (adozione veicoli “euro”), riducendosi negli ultimi vent’anni del 60%, quello legato al riscaldamento degli edifici è aumentato, doppiando i livelli del 1990 e risultando tre volte superiore ai valori del trasporto su strada. E non potrebbe essere diversamente se il 56% degli edifici Italiani è nella classe di efficienza energetica più bassa (G) e solo il 2% in classe A.

Se si ponesse finalmente al centro delle sue scelte strategiche il tema del “riscaldamento sostenibile” l’Italia rafforzerebbe ulteriormente la sua posizione tra i leader mondiali dell’efficienza energetica, che già oggi la vedono, complessivamente, al secondo posto dopo la Germania e a pari merito con il Giappone; o al primo posto per efficienza energetica nei trasporti (a conferma della focalizzazione delle politiche nazionali su questo aspetto).

Una grande leva per attivare politiche virtuose, in sinergia con le esperienze dei privati, è rappresentata dall’impegno delle città Italiane di fronte alle sfide della sostenibilità energetica. Oltre 3.000 Comuni hanno aderito al Patto dei Sindaci, per la maggior parte presentando i loro PAES-Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile. Oltre 1.000 Comuni hanno inserito criteri di efficienza energetica nei regolamenti edilizi, con aumento del 600% rispetto al 2008. Sui 1.311 progetti “smart” (edilizia, mobilità, ict) sono riconducibili al tema efficienza energetica 139 progetti, in 55 Comuni, per un investimento totale di 642 milioni di euro.

9Dal Forum ENGIE è emerso come sia possibile “rigenerare le città” e migliorare la qualità dell’aria grazie all’efficienza energetica se:

–          si sostituiscono gli impianti di riscaldamento più obsoleti con soluzioni già oggi ampiamente disponibili, come le caldaie a compensazione, le pompe di calore, i sistemi di telecontrollo; che si ripagherebbero tra i 5 e i 12 anni, ma senza considerare le tante esternalità positive in termini di ambiente, salute e rilancio economico. Tali esternalità devono essere “internalizzate” nelle scelte di investimenti tramite opportuni sistemi incentivanti ;

–          si adotta una visione organica, dando maggiore certezza normativa;

–          si coinvolge più attivamente la Pubblica Amministrazione, nel suo ruolo trainante e di modello, allineando gli stakeholder Stato, Regioni e Comuni;

–          si attribuiscano ai Comuni risorse certe, anche per formare le competenze tecniche necessarie;

–          si supera l’eccessiva personalizzazione degli interventi, favorendo quella standardizzazione industriale, premessa per la “bancabilità” dei progetti;

–          si individuano misure ad hoc per agevolare gli interventi sugli impianti dei condomini, dove gli incentivi esistenti sono stati finora meno efficaci e dove molti impianti sono obsoleti e in condizioni di minore sicurezza si migliora la sensibilità dei cittadini su questi argomenti.

Attraverso il Forum, ENGIE ha così inteso dare un ulteriore contributo di conoscenza, con partner particolarmente qualificati, perché si possa “cambiare il modo di pensare all’energia in Italia – come detto da Olivier Jacquier, amministratore delegato di ENGIE Italia – favorendo quella transizione energetica che ci vede leader mondiali, passando da fonti fossili a un uso efficiente da fonti rinnovabili. L’energia di domani non potrà che essere in ‘3D’: decentralizzata, decarbonizzata, digitalizzata”, ha concluso Olivier Jacquier.

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