Mondiali di calcio femminile, sesso prima delle partite? L’esperta sfata i falsi miti [GALLERY]

Mondiali di calcio femminile, la sessuologa parla di sesso e sport in radio: ecco cos'ha detto
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La Sessuologa Rosamaria Spina è intervenuta nel corso del programma “Genetica Oggi” condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, riguardo l’astinenza sessuologa prima di una competizione sportiva in occasione dei Campionato mondiale di calcio femminile che si stanno svolgendo in questi giorni, con l’Italia attesa oggi pomeriggio dall’impegnativo Ottavo di Finale contro la Cina dopo il percorso splendido e sorprendente nel girone.

Quello che il Mister dice prima di una gara spesso diventa legge anche in ambito sessuale, la questione del fare o non fare sesso prima di una performance sportiva è questione annosa. Cerchiamo si ‘sfatare un mito’, una vecchia scuola di pensiero tradizionalista suggeriva di non fare sesso prima di una gara perché l’attività sessuale farebbe perdere di concentrazione e disperderebbe energie fisiche oltre che mentali. In realtà non è tanto il sesso in se ad essere problematica, c’è una questione a monte da valutare e che varia da sportivo a sportivo, da atleta ad atleta. E’ quella che riguarda ‘la curva di attivazione’ che ogni persona ha, atleti inclusi. Ognuno di noi risponde agli stimoli in modo differente, c’è chi necessita di un livello di attivazione più elevato per rispondere bene a qualunque stimolo e chi al contrario per farlo necessita di un livello più basso. L’attivazione riguarda una condizione mentale o fisica, chi necessita per esempio di un livello di attivazione più elevato ossia ha bisogno di sentire di più la tensione per rispondere bene ad uno stimolo dovrà evitare tutto ciò che abbassa questo livello di tensione, sesso incluso. Nell’altro caso invece, abbassare questo livello, anche con il sesso, migliora la prestazione sportiva“.

Ogni atleta conosce, teoricamente, qual’è la propria necessità per dare il meglio di se. La decisione sull’astinenza dovrebbe essere un po’ più individualizzato perché non c’è una regola che vale per tutti“.

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