Lo straordinario spettacolo delle nubi lenticolari: ecco come gli Alieni sono tornati sull’Etna [GALLERY]

  • Foto Massimiliano Pedi da Reggio Calabria
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  • Foto di Marisa Liotta
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  • Foto di Daniele Presti da Mirto
  • Foto di Daniele Presti da Mirto
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MeteoWeb

Splende il sole e fa molto caldo oggi in Sicilia: nell’area etnea abbiamo già al mattino +23°C a Catania, +22°C a Paternò, +21°C a Bronte e Randazzo, +20°C a Pedara, +19°C a Linguaglossa. Valori da Primavera inoltrata. Ma è una mattinata magica per la presenza delle tipiche nubi lenticolari sul vulcano Siciliano. L’Etna, infatti, s’è risvegliata sin dall’alba con il suo consueto “cappello” alieno. Queste nuvole tecnicamente appartengono al genere “altocumulus” ed alla specie “lenticularis”. Come riportato nella definizione tali nubi sono di origine orografica. Quando un vento sostenuto incontra una catena montuosa disposta ortogonalmente alla sua direzione di provenienza possono originarsi le cosiddette “onde orografiche”.

Si tratta, appunto, delle nubi lenticolari, tipiche dei “fenomeni di onda”, le onde orografiche meglio conosciute come “lee waves“. Nelle nubi lenticolari i cristalli di ghiaccio si formano e si disfano continuamente perché sono generati dal raffreddamento adiabatico dell’aria che sale verso la cresta dell’onda, e spariscono alla successiva discesa. E sono tipiche soprattutto dei vulcani che si innalzano ad alta quota intorno a distese molto più basse, proprio come l’Etna appunto.

A causa della perturbazione indotta dalla montagna, sottovento alla catena montuosa il flusso d’aria si ondula generando una serie di onde orografiche. Tali onde sono stazionarie, le creste ed i ventri dell’onda non si propagano ma rimangono nella stessa posizione. Le condizioni favorevoli alla genesi di tali tipi di onde sono una marcata stabilità dell’aria ed un vento sostenuto la cui intensità cresce con la quota. La presenza di tali ondulazioni non si limita alla quota della montagna ma interessa l’intero spessore della troposfera (circa 10000 metri) della regione sottovento e può dar luogo al fenomeno della turbolenza che percepiamo, anche volando ad alta quota, valicando una catena montuosa.

Una caratteristica di queste onde è infatti che l’ampiezza delle oscillazioni cresce con la quota. Anche la fase dell’onda, che fa si che il moto dell’aria sia ascendente o discendente, non è costante ma è soggetta a variazioni periodiche con la quota. Proprio quest’ultima caratteristica determina la particolare forma delle nubi lenticolari. La nube si forma, in presenza di una sufficiente quantità di vapore acqueo, nelle zone ove sono presenti i moti ascendenti dell’aria. A causa della piccola lunghezza d’onda e della variazione di fase con la quota, tali zone sono nettamente delimitate sia lateralmente che verticalmente dalla presenza di moti discendenti. Questo fa si che l’estensione verticale della nube sia in genere modesta e che si presenti con contorni ben definiti

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