Riconoscere le zone italiane più esposte alle prossime forti scosse di terremoto: l’innovativa metodologia dell’Università di Siena [VIDEO]

  • Quadro tettonico/cinematico del Mediterraneo centrale (Mantovani et alii, 2009). 1,2) Domini continentali africano ed adriatico 3) Dominio oceanico ionico 4) Settore esterno della catena appenninica, trascinato e sollecitato dalla placca adriatica 5,6,7) Principali lineamenti tettonici estensionali, trascorrenti e compressionali 8) Fronte esterno delle catene neogeniche. Le frecce verdi indicano il quadro cinematico rispetto all’Eurasia
  • Le linee rosse rappresentano i confini delle placche, i punti rossi sono i terremoti con magnitudo superiore a 5 verificatisi dal 1966, quelli gialli sono gli epicentri dei sismi del 2009 e del 2016. Le frecce indicano il movimento delle placche in rapporto all’Eurasia: quella dell’Adriatico ruota attorno al polo rappresentato dalla stella
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I terremoti sono fenomeni naturali legati alla progressiva deformazione delle strutture nelle zone implicate. Per cui, la conoscenza dei processi tettonici in atto può essere sfruttata per fare previsioni attendibili sulla localizzazione più probabile delle prossime scosse forti. Questa informazione può rendere molto più efficace il piano di prevenzione antisismica nel nostro paese. I due video qui riportati spiegano in termini semplici e con ampia documentazione visiva le basi della metodologia che può portare agli obiettivi sopra citati.

I video sono stati stati realizzati dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena (Enzo Mantovani, Marcello Viti, Daniele Babbucci, Andrea Vannucchi) in collaborazione con il Settore Sismico della Regione Toscana (Massimo Baglione, Vittorio Dintinosante e Pierangelo Fabbroni).

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