Ancora 16 anni per recuperare un aereo caduto nel 1946 sulle Alpi: i ghiacciai si stanno ritirando e sono riemersi alcuni pezzi

Alcuni pezzi sono riemersi un anno fa, ma per la fusoliera bisognerà attendere che i ghiacchiai si ritirino
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MeteoWeb

Sarà necessario aspettare ancora, precisamente dagli 8 ai 16 anni, prima che il ghiacciaio del Gauli, sulle Alpi Bernesi in Svizzera, allenti la sua morsa sull’aereo militare americano caduto nel 1946. Il calcolo è stato effettuato da ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo (Eth), i quali hanno previsto anche che la fusoliera non riapparirà nello stesso punto dell’incidente, ma circa un chilometro più in alto, trasportato dai movimenti del ghiaccio. Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Earth Science, fornirà nuovi indizi sulla velocità degli spostamenti effettuati dal ghiacciaio del Gauli in questi ultimi decenni.

Il velivolo dell’Air Force, un Dakota C-53, fu costretto ad un atterraggio di emergenza il 19 novembre 1946: a causa della nebbia si trovò a volare ad una quota troppo bassa, urtando il suolo. I suoi passeggeri furono tutti salvati pochi giorni dopo, ma si decise di lasciare sul posto l’aereo quasi intatto, proprio perché così data e luogo della sua ricomparsa avrebbero fornito preziose informazioni sui movimenti del ghiacciaio. Solo nell’estate del 2018 sono tornati alla luce alcuni pezzi, tra cui un motore e parti delle ali, ma per la fusoliera bisogna aspettare ancora: secondo i ricercatori coordinati da Loris Compagno, in base alle dimensioni del ghiacciaio all’epoca, ai dati climatici e al terreno, il relitto potrà essere recuperato tra il 2027 e il 2035, a circa un chilometro di distanza dagli altri resti.

E’ improbabile che la fusoliera riemerga nello stesso punto“, spiega Compagno che aggiunge: “Vorrebbe dire che il ghiacciaio si è mosso molto più velocemente del previsto negli ultimi decenni“.

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