Roma, il Vulcano dei Colli Albani “potenzialmente distruttivo come Vesuvio e Campi Flegrei”. Intervista al prof. Silvio Seno

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MeteoWeb

Pochi mesi fa, a luglio 2016, un autorevolissimo studio scientifico ha ricostruito la storia delle eruzioni avvenute da 600.000 anni fa a oggi nel distretto vulcanico dei Colli Albani, nei pressi di Roma. Lo studio è nato dopo che negli anni recenti gli esperti avevano osservato nuove bocche eruttive intorno a Roma che emettono vapore, generano terremoti e innalzamento del livello del suolo. La ricerca ha dimostrato che nei cicli eruttivi passati, il vulcano ha scatenato esplosioni di ceneri e lava incandescente che è scivolata lungo i pendii del vulcano a una velocità molto rilevante. I resti delle antiche eruzioni dei Colli Albani suggeriscono che in determinate circostanze il vulcano possiede il potenziale per essere distruttivo quanto il Vesuvio e soprattutto che non è estinto, anzi ha appena iniziato un nuovo ciclo di alimentazione delle camere magmatiche che potrebbe portarlo nel prossimo millennio da uno stato dormiente a quello di risveglio. E un’eventuale eruzione potrebbe avere conseguenze catastrofiche per l’intero hinterland di Roma, e in caso di venti meridionali, anche per il centro della città.

Il vulcanologo dell’INGV Fabrizio Marra di recente ha spiegato che “a partire da 600mila anni fa il vulcano dei Colli Albani ha avuti 11 di cicli eruttivi. L’ultimo, avvenuto al Cratere di Albano, è iniziato proprio 41.000 anni fa ed è terminato intorno a 36.000 anni. Questo vuol dire che il tempo trascorso dall’ultima eruzione è dello stesso ordine dei tempi di ritorno: quindi il vulcano deve considerarsi attivo e pronto per un nuovo futuro risveglio“.

Ai microfoni di MeteoWeb il professore Silvio Seno, docente di geologia strutturale all’Università di Pavia e corresponsabile del Festival Scientifico “Settimana del Pianeta Terra”, conferma le condizioni del vulcano dei Colli Albani: “gli esperti hanno analizzato la deformazione del suolo del vulcano, e hanno rilevato come negli ultimi anni si è innalzato di 1-2 millimetri l’anno. E’ un lavoro scientifico che fa una proiezione verso il futuro dicendo che ci sarà anche una possibilità che questo vulcano, che si considera quiesciente, abbia un nuovo periodo di attività tra un migliaio di anni. E’ importante evidenziare che il termine quiesciente significa momentaneamente quieto, ma non completamente spento o inattivo. Lo studio pubblicato a luglio suggeriva un approfondito monitoraggio, perchè adesso è importante tenere sotto controllo quest’area“.

Il prof. Seno ci spiega le caratteristiche di questo vulcano: “quello dei Colli Albani è un vulcano che ha un cono poco pendente e molto ampio, che come forma si può assimilare a quello dei Campi Flegrei o a quello di Yellowstone. E’ un vulcano che ha avuto piuttosto che colate di lava (tipiche ad esempio dell’Etna o di Stromboli), attività di emissioni di ceneri ed esplosioni che gettano in aria materiale vulcanico che poi ricade al suolo tutt’intorno all’area vulcanica. L’area è piuttosto ampia. Oggi non è nelle stesse condizioni di attività dei Campi Flegrei, ma è un vulcano di quel tipo, cioè si caratterizza per manifestazioni più improvvise“.

Seno illustra anche l’attività sismica del vulcano: “come tutti i vulcani, può avere manifestazioni sismiche con terremoti che si risentono nelle aree vicine al vulcano, perchè sono molto superficiali e di magnitudo piuttosto bassa, raramente superiore a 4. Questo vulcano ha un’area molto grande, alcune lingue e bocche arrivano a Roma, altre no. Non è possibile sapere se si si attiverà una parte vicino Roma o più distante“.

Ovviamente come sempre si pone il problema della prevenzione, unico strumento disponibile per affrontare nel modo migliore possibile eventuali emergenze naturali. Seno spiega che “un inizio potrebbe essere quello di continuare progetti a cavallo tra ricerca e applicazione, con monitoraggio sismico, del movimento del suolo e delle emissioni di gas o di acque termali che vengono rilasciate dal suolo nel contesto dell’attività del vulcano. Così, avendo ulteriori dati a disposizione, si potrà far valutare all’autorità pubblica l’eventuale prosecuzione o meno di ulteriori attività di indagine sulle condizioni del vulcano. Da un punto di vista scientifico, sicuramente è un bellissimo laboratorio, con anche delle applicazioni pratiche visto il contesto urbanizzato. Si possono osservare le amplificazioni locali, che è un aspetto importante: si tratta di piccoli terremoti ma molto superficiali, quindi molto risentiti nelle zone dell’epicentro, al punto da poter provocare danni“.

Anche secondo Seno, quindi, sndrebbe fatta quest’attività di monitoraggio come già chiedevano i ricercatori dell’INGV nello studio pubblicato a luglio. L’aspetto più importante è sempre quello della prevenzione: “se avessimo la cultura della prevenzione, potremmo vivere in case più sicure e non affidarci alle bufale che circolano spesso“.
Ma cosa significa prevenzione? Per Senoprevenzione vuol dire non costruire in aree pericolose, o mettere in sicurezza quello che c’è. Anche avere un sistema scientifico di preallarme che sia valido. In Italia sulla prevenzione vulcanica siamo molto ben messi, almeno dal punto di vista scientifico. Dal punto di vista del trasferimento delle conoscenze scientifiche nella consapevolezza delle persone c’è ancora tanto da fare, anche se in un caso come quello dei Colli Albani bisogna dire che parliamo di un fenomeno che ha tempi di ritorno talmente tanto lunghi per la storia della civiltà umana che non c’è alcuna memoria storica, quindi tutto diventa più difficile“.

Come si può fare, quindi, oggi, a iniziare un percorso che ci porti a prendere consapevolezza che una delle zone più fiorenti di sempre da un punto di vista storico e culturale, una culla di civiltà come Roma e i suoi meravigliosi “Castelli”, potrebbero essere distrutti da una grande eruzione di un vulcano che non erutta da oltre trentamila anni? Che città storiche andrebbero completamente evacuate in vista di un fenomeno “mai successo prima”, da quando esistono gli insediamenti umani?

Eppure, per Madre Natura, tutto questo è assolutamente normale: ad adattarci, come sempre, dovremo essere noi piccoli ospiti di questo fantastico Pianeta. Nella nostra capacità di adattarci c’è tutta l’aspettativa del nostro futuro. E soltanto un approccio scientifico ci potrà davvero salvare, perchè a uccidere – come sempre – non sarà un vulcano o un sisma, ma la presunzione e l’ignoranza degli uomini.

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