Roscigno Vecchia, il suo ultimo abitante sogna di far rinascere questo borgo: “Io non mi muovo da qui, il mondo viene a cercarmi” [FOTO]

/
MeteoWeb

Un paese custodito da un abitante, il solo a viverci. Siamo a Roscigno Vecchia, sulle montagne del parco del Cilento, in Campania. Lui è Giuseppe Spagnuolo, l’ultimo abitante di questo piccolo borgo antico e questo è il suo sogno. Più che un abitante è quasi custode della memoria. Il suo paese adesso è fatto solo di ruderi che cadono a pezzi e questo signore folcloristico che replica se stesso. “Prego, venite, vi faccio vedere”: la sua casa possiede un impianto elettrico del 1950, una grande manopola beige che “funziona perfettamente”. Lui è l’unico residente dal 2001, ma, come ogni viaggiatore, prima di trovare il suo porto sicuro ha migrato. “Prima di tornare qui, dove è nata la mia famiglia di contadini, sono stato un emigrante. – rivela a Niccolò Zancan, che lo ha intervistato per La Stampa – Era la primavera del 1963 quando sono partito per andare a fare l’aiuto carpentiere in Lombardia. Poi spaccapietre in Svizzera. Servizio militare a Como, due anni nella Finanza, trent’anni da operaio edile in giro per il Nord Italia, durante i quali ho fatto tre figli, che ora vivono sparsi per il mondo. Sono tornato quando non avevo proprio più nessun impiego”.  

Roscigno Vecchia si trova alla confluenza fra il torrente Ripiti e il fiume Calore, per tale ragione, pur essendo un borgo meraviglioso, non è mai stato facile vivere qui. La signora Anna Roberto compirà novant’anni il 16 aprile, ne aveva dodici quando i suoi genitori annunciarono il trasferimento al paese nuovo. “C’erano frane tremende e fango. Mettevamo le briglie, ma il terreno scantonava sempre. A me non importava perché ero giovane, ma ricordo la tristezza e i tormenti degli anziani. Negli anni ci siamo trasferiti tutti tranne pochi residenti”.  Ed i pochi residenti non sono mai stati compresi: il signor Luigi Passerella era considerato ‘strano’, una persona che non si adattava a nulla, la signora Dorina Alessandro una disadattata. “La cacciarono dal convento dove voleva farsi suora. Era una donna fatta a modo suo, in realtà bravissima. Ha fatto la contadina, ed ha vissuto a Roscigno Vecchia fino alla fine dei suoi giorni“. Il terzo abitante, l’ultimo, è l’emigrante Giuseppe Spagnuolo ritornato a casa. “Questo è il vero paese, non l’altro“, dice a tutti.

E da allora, qualcosa è cambiato. Questo borgo, definito fantasma, è diventato magico: la sua bellezza ed il sui silenzio hanno iniziato ad attirare i turisti. Ogni giorno qualcuno arriva fin lassù e trova, ad accoglierlo, l’anziano custode. Con la sua pipa siede vicino al pozzo, accogliendo i nuovi arrivati e raccontando: “Qui facevamo il grano, il vino era dolce. Ecco il vecchio bar Roma, quello era il tabacchino”. I turisti americani osservano con occhi di meraviglia.  Il paese vecchio sta rinascendo seppur nell’abbandono, mentre, come purtroppo sta accadendo ai molti borghi italiani, quello nuovo soffre: dei 1200 residenti ne sono rimasti 550, poche nascite e poche possibilità.

Inaspettatamente, la ricchezza del paese nuovo potrebbe essere proprio il paese vecchio, quel luogo che diversi anni fa era stato definito la «Pompei del Novecento».  “Dovrebbero farne qualcosa di bellissimo”, dice la signora Veronica Trimarco venuta qui a curiosare. “Chissà i francesi cosa avrebbero saputo fare di un gioiello come questo”.  L’unico che ne ha colto la bellezza e le potenzialità è il residente Giuseppe Spagnuolo. Lo custodisce con passione e cortesia: qualcuno gli chiede di farsi fotografare vicino ai peperoncini secchi che tiene appesi nella sua cucina, qualcun altro gli chiede di mostrare la foto dell’ultima nevicata dell’inverno del 2005, tre ragazzi con gli occhi da esploratori. Sono studenti dell’Università di Stoccolma, facoltà di Legge. «Che posto incredibile», dice Evelyn Kachaye. «Ma è vero?».  E lui accontenta tutti.

È l’Italia, la Bella Italia. “Mi scrivono da tutte le parti per ringraziarmi. Hanno esposto le mie foto in Cina. Guardate questa cartolina da Amsterdam. Non mi manca niente. Non cambierei la mia casa di due stanze con nessun’altra. Amo definirmi così: unico abitante libero abusivo e speciale di Roscigno Vecchia. Sono qui da solo, non lo discuto. Ma il mondo intero gira intorno a me“.

Condividi