Eccezionale scoperta archeologica a Pompei: cambia la data dell’eruzione del Vesuvio [GALLERY]

  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
  • Alessandro Pone/LaPresse
/
MeteoWeb

Un’eccezionale scoperta è emersa dagli scavi nella Regio V di Pompei, presentata oggi alla presenza del ministro Bonisoli: un’iscrizione a carboncino supporta la teoria che la data dell’eruzione del Vesuvio sia stata ad ottobre del 79 d.C. e non ad agosto. La scritta è datata al 16° giorno prima delle calende di novembre corrispondente al 17 ottobre.
Trattandosi di carboncino, fragile ed evanescente che non avrebbe potuto resistere a lungo nel tempo, è più probabile quindi che si tratti dell’ottobre del 79 d.C., una settimana prima della grande catastrofe che sarebbe, secondo questa ipotesi, avvenuta il 24 ottobre.

L’iscrizione appare in un ambiente della casa che era in corso di ristrutturazione e potrebbe essere opera di “un operaio buontempone“, ha spiegato il direttore generale Massimo Osanna. “E’ un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Gia’ nell’800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri.

E’ una scoperta straordinaria a supporto di quelle teorie che sostengono che l’eruzione possa essere successiva al 24 agosto,
ha dichiarato il ministro dei Beni culturali. “Oltre l’eccezionale valore scientifico e storico-artistico dei ritrovamenti, mi preme sottolineare cio’ che i nuovi scavi rappresentano, ossia l’eccezionale competenza del nostro Paese.”
Oggi, con umiltà, un pochino stiamo riscrivendo i libri di storia“. “Quando facciamo ricerca il bello è che troviamo qualcosa che non cercavamo: l’iscrizione scoperta semplicemente ci aiuta a datare meglio quella che è la data della famosa eruzione. Non è più agosto ma ci muoviamo verso ottobre, il che da un certo punto di vista ci aiuta a capire come mai qui trovavamo tanti melograni, e sappiamo che il melograno di solito non matura in estate ma più avanti“. Bonisoli ipotizza che “nel Medioevo qualche amanuense possa essersi sbagliato a trascrivere la lettera di Plinio“, quella dalla quale si evinceva che l’eruzione del Vesuvio fosse avvenuta il 24 agosto.

Condividi