Stromboli “è un vulcano particolare. Ha un condotto aperto, dove il materiale ristagna e ogni 20 minuti circa la lava fa uno sbuffo perché si crea una pressione di gas all’interno che lancia la lava verso l’alto. E questa è l’attività normale di Stromboli. Di tanto in tanto, però, una volta ogni quattro o cinque anni, la lava fuoriesce proprio dai crateri causando un’eruzione e per questo da sempre Stromboli viene chiamato anche il faro del Mediterraneo, perché gli antichi navigatori utilizzavano gli sbuffi per la scelta delle rotte“. Lo dice all’Adnkronos Francesco Latino Chiocci, professore di Geologia Marina all’Università La Sapienza, Dipartimento di Scienza della Terra e responsabile studi Parti Sommerse del vulcano Stromboli. “Normalmente l’energia di questi sbuffi è limitata e la lava ricade intorno ai crateri e si disperde – continua Chiocci – in particolare su un fianco che collassò 5mila anni fa in un gigantesco evento, creando una via. Oggi però l’energia è stata più forte. Questi eventi si chiamano parossismi, la lava viene lanciata ad altezze molto maggiori, con un maggior rischio per tutta la popolazione, perché la ricaduta frammenti lava può essere pericolosa“. “Nella variabilità di un vulcano un evento più forte del solito può accadere – conclude il geologo – e non necessariamente è seguito da un’eruzione vera e propria con emissione di lava. Ma non essendo stato comunque un evento ‘tradizionale’, anche l’evoluzione potrebbe essere diversa dal solito. Non ci sono certezze e per questo deve essere monitorato e tenuto sotto controllo“.
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