Secondo la CNN, al momento l’uragano Harvey ha provocato la morte di almeno 37 persone in Texas. Ora la tempesta continua la sua marcia verso Est, verso la Louisiana, generando nuovi allagamenti e devastazione. A Beaumont e Port Arthur si sono registrati 60 centimetri di pioggia in 24 ore. “Ci sono ancora molte zone non accessibili via terra e dobbiamo portare ai sopravvissuti aiuti di cruciale importanza“, ha spiegato una portavoce della Fema (Federal Emergency Management Agency).
Nonostante l’emergenza sia ancora in corso, un’altra minaccia si profila all’orizzonte. Nel mezzo dell’Oceano Atlantico si è formata una tempesta tropicale, Irma: lo ha reso noto il National Hurricane Center (NHC) il quale sottolinea che per il momento non sussistono minacce effettive su suolo statunitense anche se è troppo presto per stabilire che direzione Irma prenderà. Secondo gli esperti il fenomeno atmosferico dovrebbe intensificarsi fino a diventare un vero e proprio uragano entro la fine della settimana, con venti che raggiungeranno i 120 km/h.
Secondo AccuWeather, società di previsioni meteorologiche, ci vorrà più o meno una settimana prima che Irma imbocchi la direzione Ovest ma “è ancora troppo presto per dire con certezza se questo sistema colpirà gli Stati Uniti“.
Nel frattempo, si monitora anche Lidia, una tempesta tropicale che si sta sviluppando nell’Oceano Pacifico orientale: potrebbe abbattersi sotto forma di uragano in Messico.
I danni causati in Texas da Harvey sono pari a 58 miliardi di dollari: lo stima il Centro gestione disastri e riduzione dei rischi con base a Karlsruhe, in Germania. Se la stima dovesse essere confermata, si tratterebbe del nono peggior disastro naturale nel mondo dal 1900.
