Addio a 36 Province, dimezzate in Toscane e Piemonte. Tutti i dettagli sui tagli

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Per poche decine di migliaia di abitanti, ma sparirà anche la provincia di Pistoia, che con i suoi 293.061 residenti è la piu’ grande tra le 36 finite sotto la scure della manovra economica del governo, e che dalle prossime elezioni amministrative dovrebbero essere soppresse. Ironia della sorte, in Lombardia cadrebbe la provincia di Sondrio, ‘patria’ del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che della manovra ha la paternità. All’estremo opposto della lista, Isernia, che di abitanti ne ha solo 88.694. E’ il quadro della piccola rivoluzione che colpira’, dal Nord al Sud, l’assetto degli enti territoriali intermedi italiani, un terzo dei quali e’ destinato all’estinzione. Anche se l’attesa del prossimo censimento, previsto a ottobre, annunciato dal ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, potrebbe apportare qualche modifica nella lista.
Il Molise, con l’abolizione anche di Campobasso, sarebbe l’unica regione italiana senza province, mentre la Basilicata, perdendo Matera, ne avrebbe una soltanto, Potenza. Tra le regioni piu’ colpite la Sardegna, con 6 delle 8 province eliminate: le 5 di recente istituzione (Ogliastra, Olbia, Medio Campidano, Oristano e Carbonia) ma anche Nuoro. Ma va male anche alla Toscana e al Piemonte, che vedono il numero dimezzato, con la possibile eliminazione di 5 dei 10 enti toscani (Massa Carrara, Grosseto, Pistoia, Prato e Siena) e 4 di quelli piemontesi (Asti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli).
Dal punto di vista politico, il taglio e’ bipartisan: 18 sono attualmente amministrate dal Pd (Benevento, Carbonia-Iglesias, Gorizia, Grosseto, La Spezia, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra,?Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Siena, Terni, Trieste, Vibo Valentia), 12 dal Pdl (Ascoli Piceno, Asti, Campobasso, Crotone, Enna, Imperia, Isernia, Olbia Tempio, Oristano, Savona, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli), 4 dalla Lega (Belluno, Biella, Lodi, Sondrio), una dall’Mpa (Caltanissetta) e una da Sel (Fermo).

Non usa mezzi termini il presidente della provincia di Sondrio, il leghista Massimo Sertori, che, un po’ provocatoriamente ipotizza addirittura un passaggio del territorio alla vicina Svizzera. ”Chiedero’ agli abitanti, magari preferiscono andare con i Grigioni, che sono molto piu’ simili a noi”, ha dichiarato all’Adnkronos. ”La prima cosa che faro’ e’ una consultazione – annuncia – cerchero’ di sentire tutti i cittadini, anche perche’ piu’ che il presidente della Provincia io mi sono sempre sentito il sindaco della Valtellina. E’ un popolo di montanari, non credo che accetteranno di diventare la Cenerentola d’Italia”. E chissa’ se anche il ministro Tremonti, valtellinese doc, ”magari verra’ nei gazebo a votare, se preferisce che questo non accada”. ”Chi ha in mente di cancellare la Provincia di Sondrio o non la conosce o l’ha dimenticata o non sa cosa dice – sottolinea SertoriE’ una delle 3 province, insieme a Belluno e Verbania, interamente montane di tutta Italia. E’ vero che ha 180 mila abitanti, ma ha una superficie pari alla valle d’Aosta, 3200 chilometri quadrati, ed e’ una provincia a forte vocazione turistica” quindi chi la amministra ”ha il compito di preservare il patrimonio naturale ambientale e paesaggistico e che e’ a disposizione non solo dell’Italia ma di tutto il mondo”. Sertori invita poi a una valutazione del reale risparmio che ”al netto della demagogia, il taglio dell’ente comporterebbe”. E’ possibile, denuncia il presidente, che, a parita’ di oneri, ”la differenza sarebbe solo nella gestione, non piu’ affidata al presidente o ai consiglieri eletti direttamente dal popolo, e che al popolo rispondono, ma da funzionari che certo non faranno quello che fa il presidente per 2.200 euro al mese”.

Federica Fratoni (Pd), presidente provincia di Pistoia, che tra tutte quelle a rischio ha il maggior numero di abitanti, definisce la scelta del governo ”una foglia di fico che nasconde un problema molto piu’ grande che non viene affrontato neanche in questa sede”. ”Non viene toccato il numero dei parlamentari, non si mette mano alle varie agenzie, enti, consigli di amministrazione e poltronifici vari verso cui vengono dirottate molte risorse – denuncia – Le Province non sono un centro di spreco, basterebbe fare una disamina sui bilanci per verificare che i consigli e i presidenti pesano meno dell’1% sul complessivo delle risorse”. ”Credo che in un momento difficile come questo sia giusto mettere mano a una riorganizzazione dello Stato – osserva – ma che sia vera, complessiva, fatta di una razionalizzazione e di una semplificazione anche dei rapporti fra cittadini e pubblica amministrazione”. Dunque quelli ipotizzati dal governo ”sono interventi solo simbolici, di poco effetto pratico, e che servono solo a dare solo risposta di pancia a una esigenza dei cittadini che e’ molto piu’ ampia e piu’ fondata”. In Toscana, ricorda il presidente della Provincia di Pistoia, ”lavoriamo da tempo a un’ipotesi di area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia questo perche’ pensiamo che l’area metropolitana possa avere opportunita’ di sviluppo molto piu’ importanti delle singole province. E’ l’area dove vive la meta’ della popolazione della Toscana che produce il 50% del Pil della regione. Se si affrontano questi temi con l’accetta – conclude – solo per fare economia non si rende un buon servizio ai cittadini che da quegli enti ricevono comunque un buon servizio”.

Ultima della lista, in termini numerici, Isernia, la cui abolizione, insieme a quella di Campobasso, ridurrebbe il Molise a una Regione senza province. Ipotesi che il presidente della provincia di Isernia, Luigi Mazzuto (Pdl), giudica ”impossibile” perche’, spiega, ”i servizi forniti ai cittadini e al territorio dalle province sono ineludibili, non si possono cancellare”. E poi ”e’ piccola come numero di abitanti, ma e’ la piu’ ampia in termini strategici, di marketing, di attenzione al territorio”. ”Mi pare una proposta iniqua, che non dara’ sicuramente risultati per i quali l’economia italiana potra’ sentirsi forte e rilanciata”. Un recente studio dell’Upi, ricorda Mazzuto, ”dice che l’abolizione delle province non produce gli effetti che forse qualcuno spera”. Piuttosto sarebbero auspicabili ”tagli alla spesa pubblica, rilancio degli investimenti, e una piu’ attenta guerra all’evasione fiscale , che potrebbero far crescere il paese e tirarlo fuori dalle secche nelle quali si trova, non certo per colpa nostra”. ”Mi auguro che il parlamento, e soprattutto la rappresentanza molisana sappia farsi rispettare”, aggiunge Mazzuto, e conclude chiamando in causa ”il periodo del solleone” nel quale ”e’ piu’ semplice prendere decisioni populiste”.

I Comuni sotto i mille abitanti manterranno i municipi e i sindaci, ma verranno accorpati i servizi. In questa materia la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ha capacita’ di decidere autonomamente“. Lo ha sottolineato il presidente della regione FVG Renzo Tondo, commentando la manovra bis del governo, a margine della sua visita oggi a Grado, Lignano e Palmanova ai punti di pronto soccorso operativi in questi centri turistici. Dopo aver sottolineato che gli enti locali in riduzione in Fvg sono 47, Tondo ha conferma che saranno accorpate le due Province di Trieste e Gorizia. “La riforma – ha concluso – scattera’ con le prossime elezioni amministrative“.

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