Alluvione Genova, il Sindaco Vincenzi: “io non ho colpa”

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“Io non ho colpa”: il sindaco di Genova Marta Vincenzi lo ha ripetuto tutto ieri in varie interviste e lo ribadisce oggi alla stampa, dopo l’alluvione che ieri ha devastato il capoluogo ligure e ucciso sei persone, fra cui due bambine. Tutti gli allarmi erano stati dati, la situazione monitorata, ma era impossibile prevenire la tragedia, spiega il sindaco del Pd, perchè il torrente Fereggiano è passato da un metro a 4 metri in un’ora. “Di cosa sarei ma responsabile” dice a Repubblica, “Del fatto che lo tusnami ha colpito la città di cui sono sindaco?”. Molte scuole erano aperte nonostante gli allarmi, “e meno male” secondo Vincenzi, “altrimenti avremmo aggiunto caos al caos. Se la gente deve andare a lavorare e il giorno prima comunichi che la scuola è chiusa, ottieni solamente che tutti prendono la macchina per portare i bambini dai nonni. Tenere aperte le scuole, poi, ha dato la possibilità a tanta gente che era in giro di trovare un riparo alternativo”. La colpa è del clima che cambia, e il sindaco se la prende semmai con la cittadinanza, proprio perchè gli allarmi erano stati dati. “Allerta due vuol dire allerta due. Vuol dire massimo pericolo, vuol dire che se abiti nei piani bassi devi metterti in grado di salire ai piani alti. Vuol dire che non devi andare in strada, che devi spostare la macchina prima che arrivi l’onda”. Insomma, “se c’è una responsabilità che sento è quella di non essere stata ancora più dura”. E Vincenzi ricorda che prima della tragedia “ci hanno accusato di fare dell’allarmismo” anche per l’annuncio che le scuole di sei plessi a rischio sarebbero rimaste chiuse. Io non mi sento di dare la colpa a nessuno” aggiunge il sindaco, tranne che ai cittadini perchè sono state salvate “decine di persone che si erano messe in pericolo da sole. Evidentemente nei massimi sistemi che regolano il mondo è cambiato qualcosa. Ma la gente non l’ha capito”. Quanto alle autorità centrali, “col governo ho polemizzato miliardi di volte. Ma odio lo sciacallaggio, sempre. Perché, Berlusconi poteva fermare lo tsunami?”

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