Emergenza neve nelle Marche: gravi danni a chiese e palazzi storici

MeteoWeb

Quasi un secondo terremoto, a 15 anni di distanza dal 1997. Questo rischia di essere per i beni artistici e monumentali delle Marche il febbraio delle grandi nevicate, 3-4 metri di peso sui tetti di chiese e palazzi storici, un nemico ‘soffice’ e temibile. Il Palazzo ducale e la Chiesa del S. Crocifisso a Urbania, a Urbino Palazzo Gherardi, la Chiesa di San Francesco, quella dei Cappuccini e il Duomo, le Chiese di Santa Chiara e San Filippo a Cagli, il Museo della carta a Fabriano, la Chiesa di Santo Stefano a Bassano, e poi ancora San Francesco a Matelica, Santa Maria al Doglio di Sassoferrato. ”Un elenco purtroppo destinato ad allungarsi” nel file del direttore generale dei Beni culturali delle Marche Lorenza Mochi Onori, che insieme a Regione e Protezione civile sta organizzando sopralluoghi e puntellamenti. ”Sta bene” la reggia del Duca Federico da Montefeltro a Urbino, con la sua Galleria e i Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano. La soprintendente Maria Rosaria Valazzi ne parla come di un figlio, orgogliosa che non abbia saltato nemmeno un giorno di apertura al pubblico, mentre i pompieri cercano di alleggerire la coltre di neve sul tetto. I timori tuttavia restano. Proprio a Urbino oggi si e’ sfiorata la tragedia con il crollo improvviso della volta della Chiesa dei Cappuccini proprio mentre due tecnici dell’Arcidiocesi e dell’Universita’ monitoravano i danni. L’onda d’urto li ha fatti ‘saltare’ di un metro, ma per fortuna non si sono fatti niente. Verifiche statiche, rimozione di neve dalle coperture sono in corso in tutto il Montefeltro e il Fabrianese, la vera ‘zona rossa’. A Urbania i vigili del fuoco sono riusciti a togliere con un braccio meccanico una bella fetta bianca dal tetto del Palazzo ducale. La Sala del Trono era gia’ stata chiusa per il rischio di infiltrazioni. Li’ si dovrebbe fare a primavera una mostra su Federico Barocci e la Madonna delle nubi, o della neve, conservata fino a poco tempo fa nella Chiesa del Santissimo Crocifisso, dove ieri si e’ sfondata una campata. ”Costi quello che costi, la mostra si fara’, a maggior ragione ora” assicura Alice Lombardelli, giovane assessore alla Cultura del Comune. Urbania ha a disposizione fondi per 700 mila euro dall’8 per mille, destinati a sanare le parti piu’ fragili della residenza (”un restauro complessivo e’ impensabile, troppo costoso”) e i lavori partiranno appena possibile. Ma le emergenze sono tante e a far paura e’ anche lo scioglimento della neve, l’effetto che fara’ su coperture lignee o in camorcanna. Secondo Mochi Onori pero’ poteva andare peggio: ”tante chiese erano state messe in sicurezza dopo il terremoto, e altre gia’ inserite fra quelle su cui intervenire con i residui dei fondi post sisma”. La task force per il salvataggio dei beni culturali sperimentata nel ’97 potrebbe essere riproposta. E l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini ”e’ massima, molto piu’ che in altre regioni”. ”Qui c’e’ una popolazione estremamente consapevole, sensibilizzata al fatto che il patrimonio e’ ‘roba nostra’, e va preservato”.

Condividi