Come nasce e come si smonta la bufala delle scie chimiche

MeteoWeb

Da qualche mese l’attenzione dei mass media si sta concentrando su un argomento che, periodicamente, viene posto all’attenzione dei lettori sui quali, ovviamente, determina un grande impatto emotivo: le scie chimiche.

Con questo termine ci si riferisce ad una presunta variante delle ben note “scie di condensazione”, che gli aerei rilasciano nella libera atmosfera, in determinate condizioni fisiche, a causa del loro passaggio.

Una scia di condensazione, o scia di vapore, consiste fondamentalmente in una nube, che si forma nell’aria soprassatura a causa, principalmente, di due motivi:

  1. L’immissione dei gas di scarico dell’aereo, che aumentano la percentuale di umidità dell’aria, in genere già soprassatura, porta alla condensazione del vapore acqueo in cristalli di ghiaccio.
  2.  La diminuzione della pressione dell’aria, causata dalle ali dell’aereo, che provoca una repentina diminuzione di temperatura e quindi la condensazione del vapore acqueo (lo stesso fenomeno fisico per cui, quando seguiamo in televisione una gara di formula uno, osserviamo due piccole “nuvolette” che si formano ai lati degli alettoni delle auto).

Di norma le scie di condensazione si formano soltanto dagli 8.000 metri in su, con temperature inferiori ai -40 °C ed umidità relative vicine al 100%. Le scie di condensazione si dissipano in breve tempo a causa del rimescolamento con l’aria secca circostante. Oltre al vapore acqueo le emissioni provocate dagli aerei contengono biossido di carbonio, ossidi di azoto, monossido di carbonio, idrocarburi come il metano, solfati e tracce di particolato solido. Ciò, in effetti, costituisce una forma di inquinamento, che è del tutto simile a quella causata dai motori delle auto che usiamo quotidianamente.

Nei primi anni ’70, tuttavia, si sono diffuse in tutto il mondo alcune teorie, formulate da un gruppo di giornalisti completamente privi di nozioni fisiche di base, alle quali venne dato il nome generico di “teoria del complotto”.

Pur non avendo alcun fondamento scientifico, tale teoria ebbe molti seguaci tra i giovani, diventando l’argomento di carattere sociale più discusso tra coloro che si ritenevano (in genere a torto), degli “intellettuali”.

In base a tale teoria, molti dei più importanti fenomeni fisici, che normalmente accadono sulla Terra, erano ritenuti essere provocati appositamente dalle principali potenze mondiali allo scopo di distruggere la popolazione.

Per fare un esempio, il “fenomeno del Niño”, che interessa periodicamente la fascia centrale dell’Oceano Pacifico, secondo le fantasiose affermazioni di tali giornalisti, sarebbe il risultato di un flusso di “onde a bassissima frequenza”, inviate dagli americani, che “a volte” entrano in contatto con “onde stazionarie” emesse dai sovietici. Al riguardo si legga il libro di Alfio Giuffrida: “L’anno del Niño”, edizione Aracne, in cui si discute un po’ più ampiamente questo fenomeno.

Negli anni ‘90, i seguaci della teoria del complotto si sono interessati ad alcune scie di condensazione che, secondo loro, potevano essere provocate ad hoc dalle potenze mondiali, mediante presunti rilasci di ipotetiche sostanze chimiche, o biologiche, su aree popolate. Nell’ambito di tale teoria, tali scie vennero definite “scie chimiche” e sono state formulate numerose ipotesi sui “fini” di queste presunte operazioni, assolutamente prive di riscontri fisici, spesso molto fantasiose e generalmente in contraddizione tra loro.

La teoria del complotto non ha mai trovato alcun credito nell’ambito della comunità scientifica, in quanto è totalmente priva di riscontri teorici o di prove scientifiche. Le scie che i sostenitori della teoria identificano come chimiche non hanno nessuna caratteristica che le renda incompatibili con le normali scie di condensazione le quali, in base alle condizioni atmosferiche ed alle direzioni seguite dagli aerei che le hanno provocate, possono assumere forme particolari o inconsuete. Qualche giornalista, informato più degli altri sulle ricerche condotte in ambito meteorologico, ha supposto che le scie chimiche fossero il risultato delle tecniche di “inseminazione delle nubi”, condotte in alcune regioni aride della terra. Tuttavia anche questo accostamento è assolutamente privo di fondamento, in quanto i due fenomeni sono del tutto diversi tra loro.

Naturalmente, il diffondersi di questa teoria, soprattutto tra i giovani, attraverso i mass media e, in particolare, su Internet, ha fatto sì che diversi Enti governativi abbiano ricevuto richieste di spiegazioni da parte di molte persone in merito a questo presunto fenomeno. Gli stessi Enti governativi e la comunità scientifica hanno ripetutamente dimostrato l’assoluta inconsistenza e incoerenza scientifica di tali asserzioni. Anche riviste e programmi di divulgazione scientifica hanno definito tale teoria “una bufala”.

Qualche anno fa, l’argomento era diventato di grande attualità poichè alcuni giovani, avendo osservato alcune scie di condensazione a forma di “X”, avevano temuto che potessero nascondere chissà quali pericoli. In tale occasione, il Generale Costante De Simone, allora Direttore del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica, interpellato dalla rubrica televisiva “Voyager” e dal settimanale “Panorama”, nella sua veste di “scienziato” sull’argomento, al fine dare qualche delucidazione sulla fondatezza delle paure che avevano creato tali scie, ha risposto: “Scie chimiche? No, comiche!”. Ha poi spiegato in modo scientifico che la maggior persistenza è dovuta al fatto che il livello a cui volano i moderni aerei è più alto di quello degli aerei di qualche decennio fa, si avvicina alla “stratosfera”, che è quello strato di atmosfera dove i movimenti dell’aria sono molto più lenti e quindi anche la dispersione delle scie richiede un tempo più lungo. Ma il linguaggio scientifico è difficile da capire ed inoltre … non fa gossip! La gente voleva solo un parere, si o no, se quei giornalisti che avevano lanciato un allarme così grave erano da tenere in considerazione o potevamo dormire sonni tranquilli! E l’esperto ha rincarato la dose nei confronti dei giornalisti che sostengono tale teoria definendoli “mentecatti”.

A parte le parole colorite che l’illustre scienziato ha usato per chiarire, senza ombra di dubbio, il suo parere sull’origine delle scie chimiche, spiegazione del resto condivisa dalla maggior parte delle persone di scienza, qualche giorno dopo era già accaduto qualche altro fatto di cronaca che aveva distolto l’attenzione dalle scie chimiche e di esse non si era più preoccupato nessuno.

In questi giorni, forse per mancanza di argomenti su cui fare gossip, le scie chimiche sono tornate di moda. I giornali ne parlano diffusamente, in quanto l’argomento, come si suol dire “fa cassetta” e fanno bene approfittarne subito, in quanto, come ha simpaticamente raccontato il regista Woody Allen nel suo ultimo film dedicato a Roma: la notorietà arriva in un giorno e in un giorno se ne va.

Altre notizie di carattere scientifico si possono trovare sul blog    http://alfiogiuffrida.blogspot.com/

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