Nei giorni scorsi, in un nostro articolo, avevamo parlato delle forti anomalie termiche positive che stanno interessando i nostri mari, con scarti di oltre i +4° +5° rispetto a quelle che dovrebbero essere le medie climatologie per il periodo. Addirittura il Canale di Sicilia, una larga fetta del basso Tirreno e anche lo Ionio, hanno riscontrato valori termici delle acque superficiali di oltre i +26° +27°, con picchi prossimi ai +28°. Si tratta di valori veramente eccessivi per la seconda decade di Luglio che mettono in evidenza pesanti anomalie che si sono prolungate per diverse settimane di soleggiamento ininterrotto, con venti molto deboli o assenti e mare in genere calmi o al più poco mossi. Solo sui mari ad ovest della Sardegna e sul mar Ligure le anomalie sono state molto più contenute per l’azione di venti sud-occidentali, o più occidentali, che per diversi giorni hanno contribuito ad increspare la superficie del mare, diminuendo sensibilmente la capacità di acquisizione di calore da parte dell’acqua.
Dalla giornata di lunedì però qualcosa inizierà a cambiare. Difatti, con l’avvicinamento del bordo orientale del promontorio azzorriano che comincerà a premere verso il Mediterraneo centro-occidentale, cominceranno a penetrare le prime masse d’aria umide e temperate d’estrazione atlantica che dal medio-alto Atlantico si spingeranno verso la Francia per poi incanalarsi lungo la stretta Valle del Rodano, sfociando sul “mare Nostrum” con sostenuti e più freschi venti di Maestrale che aprendosi a ventaglio sul golfo del Leone avanzeranno in direzione della Sardegna, propagandosi successivamente al resto dei bacini italiani. I sostenuti venti di Maestrale potranno divenire anche piuttosto tesi fra Canale di Sardegna e di Sicilia, basso Tirreno, medio-basso Adriatico, Canale d’Otranto e Ionio.
Oltre a rendere i mari da mossi a molto mossi, con onde che potranno superare pure i 1.5-2.0 metri di altezza a largo, determineranno anche un rimescolamento delle calde acque superficiali dei mari italiani, originando un conseguente lieve raffreddamento per il cosiddetto fenomeno di “Upwelling“. In pratica il moto ondoso agitando gli strati d’acqua superficiali originerà un rimescolamento che farà risalire in superficie acque più fredde e dense che affluiranno dal fondo. Tale processo dovrebbe provocare un leggero raffreddamento delle acque superficiali dei nostri mari, specie per quel che riguarda il Tirreno, il Canale di Sicilia e lo Ionio. Tale raffreddamento comunque sarà temporaneo, per pochi giorni. Non appena il moto ondoso si sarà definitivamente attenuato le temperature delle acque, in assenza di una costante ventilazione in mare aperto, torneranno nuovamente ad aumentare.
Inoltre nei tratti dove il vento spirerà da terra lo strato d’acqua superficiale, spostato verso il mare aperto, richiama le acque di profondità nel tratto sottocosta, originando un lieve raffreddamento delle acque superficiali con un fitto rimescolamento. Di solito le acque di profondità, richiamate dal fenomeno dell’”Upwelling”, sono spesso ricche di nutrienti e favoriscono un notevole sviluppo del plancton vegetale favorendo una notevole biodiversità. Il caso più famoso di “Upwelling” è quello del pescosissimo mare del Cile e del Perù, dove l’azione costante degli Alisei di SE, che spirano lungo il Pacifico tropicale sud-orientale, creano un costante “Upwelling”, con un incredibile rimescolamento delle acque che rende questo tratto di oceano ricco di un enorme varietà di specie marine. Tale processo si arresta solamente dirante gli anni di “El Nino”, quando gli Alisei di SE si indeboliscono notevolmente, favorendo una conseguente proliferazione della calda contro corrente equatoriale verso Panama, la costa colombiana ed ecuadoriana, dove si origina un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche, solitamente molto fredde malgrado la latitudine, che agevola un notevole incremento della nuvolosità e dell’attività convettiva con un conseguente indebolimento del ramo settentrionale della fredda corrente di Humboldt.