La situazione del buco dell’ozono a 25 anni dal protocollo di Montreal per la riduzione dei CFC

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Credit: NOAA

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) il protocollo di Montreal stipulato sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono, e firmato il 16 settembre 1987, ha impedito la distruzione dello strato che protegge la Terra dai raggi ultravioletti nocivi del Sole. L’accordo prevedeva il graduale divieto dell’utilizzo dei clorofluorocarburi (CFC), un tempo utilizzati attraverso bombolette spray. Tuttavia, nonostante una riduzione del buco dell’ozono, lo schermo terrestre ai raggi ultravioletti solari è ancora in pericolo. La riduzione dello strato ha già causato milioni di casi di cancro della pelle e casi di cataratta, così come effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette verso l’ambiente. Tuttavia, la domanda di sostanze sostitutive tra cui gli idroclorofluorocarburi (HCFC) è aumentata, provocando un accordo nel 2007 per accelerare l’eliminazione anche di questi gas che sono comunemente utilizzati negli impianti di condizionamento e che sono potenti gas serra. Secondo il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, grazie alla globale soppressione del 98% dei gas dannosi per lo strato di ozono, tra cui quelli industriali ed agricoli, lo strato è ormai sulla buona strada per recuperare nei prossimi cinque anni. Nonostante il successo del protocollo, queste sostanze chimiche hanno una lunga durata in atmosfera, impiegando decenni prima che le loro concentrazioni tornino a livelli precedenti al 1980. Secondo il WMO, la quantità massima di gas dannoso nella stratosfera ha raggiunto un massimo nel corso del 2000, ed ora sta lentamente diminuendo ad un ritmo dell’1% annuo.

Credit: NASA

Negli ultimi dieci anni, l’ozono stratosferico nelle regioni artiche ed antartiche, nonché a livello globale non è più in diminuzione, anche se sopra l’Antartide sembra che si faccia fatica a recuperare allo stesso modo di altre aree.  Nel bollettino del 14 Settembre ottenuto grazie ai dati provenienti dalle osservazioni terrestri, palloni sonda, dai satelliti e dai dati meteorologici, l’organizzazione meteorologca mondiale ha riferito che il buco dell’ozono è aumentato rapidamente durante le prime due settimane di Settembre. Il valore attuale è inferiore al 2011, ma superiore a quello del 2010. Queste fluttuazioni sono del tutto naturali in presenza di temperature estremamente basse nella stratosfera, raggiungendo la massima superficie nella seconda metà di Settembre e la profondità massima nella prima metà di Ottobre. Tuttavia, nonostante gli ultimi dati, è ancora troppo presto per formulare previsioni su come il buco dell’ozono si svilupperà nelle prossime settimane. Le condizioni di temperatura e il livello di nubi stratosferiche polari, indicano sino ad ora, che il grado di perdita di ozono sarà inferiore a quello del 2011, ma probabilmente un pò più grande rispetto al 2010 ed inferiore rispetto al record del 2006.

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