La neve imbianca pure i rilievi del Sinai e i monti del nord-ovest dell’Arabia Saudita, l’isoterma di +0°C scivola nel deserto

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L’ondata di freddo che nei giorni scorsi ha colpito il bacino orientale del mar Mediterraneo e l’Asia minore, riportando la neve fino a bassa quota sui rilievi di Siria, Libano, Israele e Palestina, imbiancando capitali importanti come Gerusalemme, Damasco e Amman, come previsto è scivolata verso la Siria, la Giordania e il nord dell’Arabia Saudita. Pensate che l’isoterma di +0°C alla quota di 850 hpa è riuscita a sorvolare l’entroterra desertico egiziano, la parte più settentrionale del mar Rosso, sfilando successivamente sulla regione nord-occidentale dell’Arabia Saudita, dove è giunta persino la neve sui monti del Sinai e Uwairedh, a quote insolitamente basse. Le nevicate che hanno colpito i rilievi dell’Arabia Saudita nord-occidentale sono riuscite ad imbiancare persino la città di Tabuk, regalando degli scenari alquanto suggestivi. Difatti, fra mercoledì 9 e giovedì 10 Gennaio le coste settentrionali egiziane, il Sinai e il settore settentrionale saudita, sono stati raggiunti dal blocco di aria molto fredda in quota, in scorrimento lungo il bordo più meridionale dell’asse di saccatura, scivolato fin sull’Egitto settentrionale. Il transito di questa massa d’aria piuttosto fredda in quota, nella libera atmosfera, ha determinato molta instabilità (forte “gradiente termico”), agevolando molte turbolenze e lo sviluppo di imponenti e diffuse bande nuvolose cumuliformi (i classici annuvolamenti cumuliformi in aria molto fredda post-frontale) in formazione fra il mar a sud-est di Creta e mar di Levante.

La popolazione nell'area montuosa di Tabuk festeggia l'arrivo della neve (siamo nell'Arabia Saudita nord-occidentale)

Molti di questi imponenti addensamenti, carichi di rovesci e temporali sparsi, si sono spinti verso le coste settentrionali egiziane e il Sinai, dando luogo a delle piogge e brevi rovesci, con occasionali grandinate. Precipitazioni che hanno assunto prevalente carattere nevoso sui monti del Sinai, sopra i 1000 metri, dove le temperature si sono avvicinate alla soglia dei +0°C -1°C°. Parte dell’aria fredda è tracimata fin sull’entroterra desertico egiziano, con tesi venti da NO e O-NO che si sono rapidamente propagati verso la parte settentrionale del mar Rosso. Qui i forti contrasti termici, fra l’aria fredda in quota che scorre sopra le calde acque superficiali del mar Rosso, hanno prodotto pure delle “Cellule temporalesche”, caratterizzate da attività elettrica e colpi di vento, sospinte dai forti venti da O-NO in quota in direzione delle coste egiziane del Sinai meridionale e quelle saudite nord-occidentali, dove si sono verificate delle precipitazioni a sfogo di rovescio o temporale, che hanno assunto carattere nevoso sui rilievi al di sopra dei 1000 metri. Queste “Cellule temporalesche”, sfornate dal forte “gradiente termico verticale” (notevoli divari termici in seno alla colonna d’aria) fra l’aria fredda in quota e la più calda superficie del Mediterraneo e mar Rosso settentrionale, hanno cosi apportato delle nevicate, a tratti anche piuttosto fitte, sui monti del Sinai e sulla catena saudita dei Uwairedh. Lungo il versante occidentale e settentrionale di questi rilievi il manto bianco ha superato i 5-10 cm di accumulo sopra i 1000 metri di altezza, dipingendo di bianco l’aspro paesaggio di queste aree montuose, caratterizzate da una scarsa vegetazione.

Una bella nevicata ha interessato anche l’area di Tabuk, nell’estremo nord-ovest dell’Arabia Saudita. Gli abitanti della città di Tabuk nel nord-ovest dell’Arabia Saudita hanno visto la neve, un fenomeno molto raro per questa regione. L’inconsueta nevicata ha scatenato la curiosità degli abitanti delle città vicine, accorsi nell’area per ammirare il fenomeno. Nella regione sono state mandate squadre supplementari della polizia e dei servizi di emergenza per garantire la sicurezza. La neve da queste parti è rara, almeno in grandi accumuli, ma non impossibile. Già nel Gennaio del 2008 la regione intorno Tabuk, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, era stata interessata da una più fitta nevicata, con accumuli fin dalle basse quote. In quei giorni, l’intensa ondata di gelo che investì tutto il Medio Oriente riuscì a portare la neve in pieno deserto Siriaco e su quello giordano, fra il sito archeologico di Palmyra e la bellissima e antica città di Petra. Gli effetti di questa avvezione fredda si sono rapidamente smaltiti fra giovedì 10 e venerdì 11 Gennaio, allorquando, con lo spostamento verso levante della circolazione depressionaria in colmamento in quota, l’aria fredda tracimata sul mar di Levante si è mossa verso l’entroterra desertico siriano, la Turchia orientale, il nord-ovest dell’Iran e il nord dell’Iraq, perdendo gran parte del contenuto umido acquisito sul Mediterraneo orientale. Una parte dell’aria fredda è scivolata sopra l’entroterra desertico della penisola Arabica, riscaldandosi sensibilmente nei bassi strati e trasformandosi in aria più temperata, accompagnata da sostenuti, a tratti intensi, venti da NO e N-NO, che hanno prodotto delle tempeste di polvere su gran parte del deserto Saudita.

La neve sui rilievi del Sinai
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