La Terra sta entrando in un flusso di detriti della cometa di Halley, fonte annuale della pioggia di meteore Eta Aquaridi, il cui sciame è generalmente visibile tra la seconda decade di Aprile e l’ultima decade di Maggio. Ciò comporterà le classiche ‘stelle cadenti’, fenomeno molto amato dai più romantici e dai sognatori. Il momento migliore per le osservazioni si verificherà nella notte tra il 5 e il 6 Maggio, quando a sud del mondo saranno visibili ben 55 meteore per ora. Effettivamente questo sciame mostra un gran numero di meteore alle latitudini australi, dove il radiante giunge quasi allo zenit, con tassi orari simili a quelli delle Perseidi. Alle nostre latitudini la loro osservabilità è sempre stata alquanto difficoltosa e deludente, poiché il radiante permane per pochissimo tempo sopra l’orizzonte e soprattutto a basse altezze, così che la frequenza delle meteore si rivela molto contenuta. Poiché il flusso si trova sotto l’equatore celeste, infatti, gli osservatori dell’emisfero australe saranno nettamente favoriti, ma gli osservatori dell’emisfero boreale saranno comunque in grado di vedere un buon numero di granelli di polvere disgregarsi nell’atmosfera terrestre.
Nel nostro paese le regioni meridionali beneficiano di un maggior tempo di osservazione, ovvero da quando il radiante sorge fino all’iniziare del crepuscolo mattutino. Al contrario le regioni via via sempre più a nord godono di un minor tempo di visibilità e di peggiori circostanze. Secondo gli analisti di Meteoroid Environment Office della NASA, questi granelli particolari di polvere cometaria colpiscono l’atmosfera viaggiando alla velocità di 62 km/s (223.200 Km/h) e si disintegrano a circa 84 km sopra la superficie terrestre. Per cercare di individuare il maggior numero possibile di meteore è necessario spostarsi verso luoghi bui, non interessati dal forte inquinamento luminoso. Ideale un cielo di collina o di montagna, dove l’atmosfera più rarefatta consente una visione più tersa del firmamento. Il miglior strumento di osservazione è il nostro occhio umano, dotato di un ampio campo visivo, che consente una visione totale del cielo; un binocolo o un piccolo telescopio, infatti, consentono di osservare il cielo con un dettaglio maggiore, ma a scapito del campo visivo, e poiché questi oggetti appaiono in ogni parte di cielo in maniera improvvisa, la probabilità di inquadrarne uno nell’oculare dello strumento diviene bassissima.