Il Gran Zebrù, la montagna sulla quale oggi sono morte sei persone si trova nel gruppo dell’Ortles-Cevedale, di cui con i suoi 3.859 metri, e’ la seconda vetta per altezza dopo l’Ortles. E’ considerata una della piu’ belle muraglie di ghiaccio delle Alpi. La prima ascensione della ”Cima del Re” (ovvero ”Koenigsspitze” in tedesco) risale al 3 agosto 1864. L’alpinista Reinhold Messner, ”Re degli Ottomila”, descrive il Gran Zebru’, avendolo scalato almeno una ventina di volte seguendo vie differenti, come una montagna molto bella ma altrettanto pericolosa – anche sulla via normale, quella su cui oggi si sono verificate le due tragedie. Secondo Messner, e’ molto pericolosa con le alte temperature e se l’inverno ha portato tanta neve. Il Gran Zebru’ si estende su due versanti: quello rivolto verso la Valtellina (Sondrio) e l’altro verso la Valle di Solda, in Alto Adige. Per la sua conformazione, che offre ascensioni di diverse difficolta’, il Gran Zebru’ e’ una cima molto frequentata dagli alpinisti. La via normale si snoda sulla spalla. La salita e’ molto esposta e proprio sulla spalla oggi si sono verificati i due incidenti mortali. Il Gran Zebru’ fu teatro di un altra tragedia alpinistica il 5 agosto 1997. Quel giorno sempre sulla via normale morirono quattro escursionisti di Reggio Emilia, i tre vigili del fuoco Fedele Cocchi, 39 anni, Ivano Pagliani, 37 anni, Lauro Vecchi, 51 anni, e il loro amico Fabrizio Campani, 45 anni. Qualche ora dopo una guida alpina venostana, Hermann Pinggera, 44 anni, che aveva dato l’allarme per l’incidente, mori’ insieme a due turiste tedesche in cordata con lui: Elke Ruf, 34 anni, di Loechgau, e Gabrielle Lackner, 28 anni, di Waiblingen. Come ricorda Messner anche 16 anni fa il manto nevoso era molto instabile a causa delle alte temperature. Messner dice che la tragedia del 1997 fu nella stessa zona e con analoghe condizioni climatiche. Faceva molto caldo, ricorda lo scalatore, e durante la notte la neve non si ghiacciava. ”In giornate calde – prosegue Messner – questa montagna e’ veramente pericolosa perche’ si possono staccare valanghe di neve bagnata. Con le temperature alte la neve non riesce a solidificarsi creando cosi’ una situazione di forte pericolo. La neve bagnata tende a scivolare. In questi casi avere anche la piccozza non garantisce sufficiente sicurezza”.
La tragedia del Gran Zebrù: 6 morti sulla muraglia di ghiaccio nel cuore delle Alpi
