Il rientro incontrollato di “Goce” sulla Terra: al via il monitoraggio del satellite

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Credit: ESA
Credit: ESA

Dopo più di quattro anni di mappatura della gravità terrestre con una precisione senza eguali, la missione GOCE, acronimo di Gravity Field and Steady-State Ocean Circulation Explorer, si avvia al termine e il satellite rientrerà in maniera incontrollata nell’atmosfera della Terra. Con un design elegante e aerodinamico che gli è valso l’appellativo di “ferrari dei satelliti”, è stato in orbita alla quota più bassa di qualsiasi altro satellite di ricerca. Intorno alla metà del mese di Ottobre, il satellite europeo esaurirà completamente il combustibile, cominciando la sua discesa verso la Terra da un’altezza di 224 chilometri. La maggior parte della struttura si disintegrerà nell’atmosfera, ma più parti (si pensa a 30 frammenti per un peso complessivo di circa 250 Kg) potrebbero raggiungere la superficie terrestre. Quando e dove questi frammenti colpiranno non è ancora possibile calcolarlo, ma l’area interessata dovrebbe ricadere entro una superficie di 900 chilometri. GOCE_in_orbit_node_full_imageTenendo conto che i due terzi della Terra sono coperti da oceani e da vaste aree disabitate, come deserti, foreste, catene montuose, la probabilità che la sonda colpisca un’area abitata o ancor peggio i suoi residenti è molto bassa. Si ipotizza una probabilità su 2000, inferiore a quella di essere colpiti da un meteorite. Una campagna internazionale che coinvolge lo Inter-Agency Space Debris Committee (IADC, Comitato inter-agenzia per i detriti spaziali), ha cominciato una campagna internazionale al fine di monitorarne la discesa. La sua posizione viene continuamente monitorata dall’ufficio competente dell’ESA, che rilascerà permanentemente previsioni di rientro e valutazioni di rischio, specie a poche ore dall’impatto.

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