Sarà l’inverno dei gelidi venti di bora e grecale: porte di nord/est spalancate, merito delle spinte dell’anticiclone delle Azzorre verso l’Europa centro-orientale

MeteoWeb

brack0La stagione invernale 2013/2014 inizia a presentarsi adatta per le burrasche e le mareggiate che provengono dal primo quadrante della rosa dei venti. Difatti, in meno di un mese, solo tra medio-alto Adriatico e mar Tirreno, abbiamo registrato ben tre burrasche, a tratti particolarmente intense, con una netta prevalenza dei venti di bora e grecale che nelle ultime settimane (dalla seconda decade di Novembre) hanno iniziato a dettare legge sul bacino centrale del Mediterraneo. La bora in particolare, sempre con maggior insistenza, ha sferzato il golfo di Trieste e le coste dell’Istria e della Dalmazia, con furiosi “deflussi” di masse d’aria fredde e molto dense, di chiara estrazione continentale (anche se in origine presentavano caratteristiche marittime). Il dominio dei venti dal quadrante nord-orientale è imposto dai movimenti dell’alta pressione delle Azzorre, che quest’anno, molto spesso, tende a disporre i propri elementi più orientali in direzione dell’Europa centrale, dispiegando dei cunei anticiclonici che si spingono fino all’Europa orientale, lambendo Slovacchia, Romania e Ucraina. In genere, con questo tipo di assetto barico, il bordo più meridionale dell’ampia struttura anticiclonica scivola fino all’Italia settentrionale, al di là dello spartiacque alpino, interagendo direttamente con le circolazioni depressionarie che stagnano dentro il “mare Nostrum”.

Rtavn361La presenza di un robusto promontorio anticiclonico sull’Europa centrale, che presenta delle propaggini anticicloniche in grado di allungarsi verso est, mentre al contempo una profonda area ciclonica si colloca sui mari attorno l’Italia, possibilmente con un minimo barico al suolo sul Tirreno o sull’Adriatico (situazione tipica in inverno), determina la condizione sinottica ideale per l’attivazione della bora sul golfo di Trieste e lungo le coste di Istria e Dalmazia. In questo caso, il “gradiente barico orizzontale” (differenze di pressione) che si origina lungo i margini delle due figure bariche antagoniste, origina un intenso flusso nord-orientale o orientale che richiama masse d’aria fredde e molto dense di origine continentale, o gelide se provengono direttamente dalle latitudini artiche o dall’area russo-siberiana (in tal caso parleremo di Burian, e su Trieste il termometro scende abbondantemente sotto i +0°), che dalla pianura Danubiana e dall’area dei Carpazzi si muovono verso i rilievi dell’altopiano del Carso e le Alpi orientali. Una volta raggiunti i monti del Carso e le Alpi orientali le masse d’aria fredde e molto dense, di origine continentale, sono costrette a incanalarsi lungo i bassi valichi (definite anche come porte) presenti sui monti del Carso e sulle Alpi Dinariche (Bosnia Erzegovina), per traboccare con furiosi “deflussi” (raffiche di caduta vorticose e turbolenti) verso le coste adriatiche, il breve tratto costiero sloveno e le coste dalmate, fino alle porte di Zara-Zadar, con risentimenti sulle Bocche di Cattaro, in Albania.

PL0100_largeQuesti valichi naturali, caratteristici del Carso, favoriscono l’incanalamento dei venti, provenienti dai quadranti orientali e settentrionali, convogliandoli, tramite fortissime raffiche di caduta e turbolenti deflussi, che agevolmente possono sfondare la soglia dei 120-130 km/h, in direzione del mar Adriatico. Il valico più importante, dove si origina la potente Bora che poi va a sferzare Trieste e l’area del golfo, è quello di Postumia, un grande intaglio che è posizionato tra l’altopiano carsico del monte Nanos e il comprensorio montuoso del monte Nevoso. Proprio questa è la porta dove si origina il flusso della Bora che scendendo dal Carso si tuffa su Trieste e sul golfo, con raffiche molto forti che vengono rese ancora più violente dalle forti differenze di densità, di pressione e di “gradiente termico” che si verificano fra la pianura Danubiana, l’altopiano del Carso, solitamente molto fredde, e le sottostanti coste adriatiche, molto più temperate e umide. Queste notevoli differenze, se associate a “gradienti barici orizzontali” di una certa rilevanza tra Balcani, Adriatico e Italia centro-settentrionale, possono generare delle vere e proprie tempeste, con raffiche di uragano, che vengono rese molto furiose e turbolenti durante lo scivolamento dall’altopiano del Carso verso la parte più interna del golfo di Trieste, dove non di rado si registrano raffiche ad oltre 150-160 km/h, in grado di apportare danni a strutture e edifici.

wind10m_H_web_21Quando raggiunge il golfo di Trieste le impetuose raffiche, ad oltre i 100 km/h, creano spettacolari vortici e soffiate di salino, generando anche un consistente moto ondoso di deriva, molto pericoloso per navi e imbarcazioni di piccola stazza, costrette per tal motivo a rinforzare sensibilmente gli ormeggi non appena le folate superano i 100-110 km/h. Nel caso delle recenti burrasche che hanno investito gran parte delle regioni italiane, il promontorio anticiclonico oceanico (alta pressione delle Azzorre) incuneandosi verso est, ha convogliato masse d’aria molto fredde, di matrice artica marittima continentalizzata, che dalla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia e dall’Ungheria si sono messe in moto verso le Alpi Dinariche, riversandosi in seguito lungo tutto il medio-alto Adriatico dopo essersi incanalate dentro i principali “intagli” naturali di queste. L’intenso “gradiente di densità” tra le masse d’aria, unito al fitto “gradiente barico orizzontale” che si è originato fra l’Europa centrale, dove si sono massimi barici sopra i 1028-1030 hpa, e il bacino centrale del mar Mediterraneo, divenuto sede depressionaria, con varie circolazioni depressionarie “retrograde” stagnanti tra Canale di Sicilia e Canale di Sardegna, ha prodotto il notevole rinforzo dei venti dal quadrante nord-orientale, fino a burrasca forza 7-8 Beaufort, su tutti i mari che circondano l’Italia.

analyzaQuesto “gradiente barico orizzontale”, nelle ultime 48 ore, ha tenuto in vita una impetuosa bora che ha spazzato l’area del golfo di Trieste con raffiche che hanno superato la soglia dei 100-120 km/h, ma con picchi assoluti fino a 130 km/h. La stazione di Trieste, gestita dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, nella giornata di ieri, durante la violente raffiche di caduta dal Carso, ha registrato una massima raffica di ben 78 nodi da 40°, corrispondente a circa 144 km/h. Un valore degno per un uragano di 1^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, fra i più alti registrati in Italia da una stazione costiera in questo 2013. I venti da NE, dopo le sfuriate del weekend, tenderanno rapidamente ad attenuarsi, grazie all’allentamento del “gradiente barico” e all’ingresso del promontorio anticiclonico fino al cuore del Mediterraneo. Ma durante il prossimo fine settimana i venti da NE torneranno a soffiare sull’Adriatico e sulle regioni meridionali, dove accompagneranno l’ingresso di masse d’aria fredde, di lontane origini artiche continentalizzata, che causeranno un nuovo brusco calo termico a partire dalle giornate di sabato e domenica. Segno che questo è l’inverno dei venti di bora e di grecale.

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