Ebola, OMS: Ground Zero in Guinea, sottovalutato per 3 mesi

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TOPSHOTS-HEALTH-EBOLA-WAFRICA-CUBA-SLEONEIl ‘Ground zero’ dell’epidemia del virus Ebola in Africa Occidentale è il 26 dicembre 2013 in Guinea. Qui in un villaggio remoto, Meliandou, un bambino di 2 anni mostrava i segni di una misteriosa malattia caratterizzata da febbre, feci nere e vomito. Il piccolo morì due giorni dopo. Ebbene, secondo gli esperti dell’Oms questo primo caso, allora passato sotto silenzio, potrebbe essere identificato come l’inzio dell’epidemia. “Anche se nessuno lo sapeva in quel momento, il virus Ebola aveva trovato una nuova ‘casa’ in una popolazione altamente vulnerabile”, avverte l’Oms. Dal quel momento passarono tre mesi prima che il virus Ebola fosse identificato come la causa di alcuni decessi da Pierre Formenty, l’esperto dell’Oms mandato sul campo, che registrò poi i primi 14 casi legati alla malattia. Il villaggio di Meliandou si trova in quella che viene oggi definita come la zona calda della epidemia: una regione boschiva a forma di triangolo dove convergono tre stati: Guinea, Liberia e Sierra Leone. Le nazioni che in questi mesi stanno subendo il maggior numero di casi e danni economici dovuti all’Ebola. Secondo Formenty “nessuno che non avesse familiarità con Ebola avrebbe mai immaginato in quel periodo che il virus potesse essere la causa di quei decessi”. L’indagine Oms ha poi rivelato una caratteristica che sarebbe diventata una forza trainante fondamentale per l’espansione del focolaio di Ebola dalla Guinea in altri Paesi: il rapidissimo spostamento delle persone dai villaggi alla capitale e poi oltre confine, in Sierra Leone.

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