Storica ondata di calore in Sud-America, picchi di +46°C nell’arida regione del Chaco: record sbriciolati

MeteoWeb

gl_sst_mmComincia a farsi sempre più impressionante l’incredibile ondata di calore che da due settimane sta investendo molte aree continentali dell’America meridionale. Ed in modo particolare la Bolivia orientale, il Paraguay e il nord Argentina, con temperature che raggiungono valori a dir poco estremi nell’arida regione del Chaco. Ma l’ondata di calore si è poi spostata anche su buona parte degli stati del Brasile meridionale, dove i termometri hanno più volte varcato il muro dei +40°C all’ombra. Questa eccezionale ondata di caldo sta creando non pochi disagi per le popolazioni della fascia tropicale dell’America meridionale, non poi così abituate a sopportare situazioni cosi estreme, visto che localmente i termometri hanno superato i +45°C +46°C. Lo stagnare di masse d’aria piuttosto secche, a seguito di una pesantissima siccità che sta causando gravi ripercussioni nel settore agricolo, specie nel Brasile centro-meridionale, unito al graduale rialzo del sole lungo l’orizzonte, sta provocando un anomalo riscaldamento delle vaste distese continentali tropicali dell’America latina.

Il modello GFS delle isoterme a 850 hpa mostra la presenza di valori davvero elevatissimi fra Bolivia, Paraguay e Brasile meridionale
Il modello GFS delle isoterme a 850 hpa mostra la presenza di valori davvero elevatissimi fra Bolivia, Paraguay e Brasile meridionale

Ma per capire l’entità di questo incredibile riscaldamento, di portata storica, basta osservare i dati relativi alle temperature massime (synops) archiviate in gran parte delle stazioni meteorologiche di Paraguay, Bolivia orientale, e Brasile centro-meridionali. Su tutti spiccano i +46.2°C registrati da Villamontes (una delle località più roventi di tutta l’America meridionale) lo scorso mercoledì 15 Ottobre, nell’est del territorio boliviano, seguiti a ruota dai +43.6°C di Yacuiba (a circa 650 metri di altezza) e dai +43.0°C secchi di Bermejo. Rimanendo sempre in Bolivia dobbiamo segnalare i nuovi record assoluti di caldo stabiliti nelle stazioni di Ascension de Guarayos e Tarija, le cui massime, rispettivamente di +40.4°C e +39.7°C, avrebbero letteralmente bruciato i precedenti record anteriori, risalenti all’Ottobre 1987 e all’Ottobre del 1977. Parliamo di temperature che in molti casi sono di circa +10°C +12° superiori alle medie del periodo. Il caldo eccezionale di questi giorni non ha risparmiato neppure il confinante Paraguay, dove i termometri hanno localmente sfondato il muro dei fatidici +44°C +45°C. Fra le temperature più elevate registrate riportiamo gli incredibili +44°C di Pozo Colorado. Notevolissimi pure i +44°C di massima a Mariscal Estigarribia che ha eguagliato il record di caldo assoluto del Luglio 1968. Mentre all’aeroporto della capitale paraguayana, Asuncion, la colonnina di mercurio ha toccato i +41.6°C all’ombra, facendo registrare uno dei valori più alti di sempre. Record assoluto anche a Resistencia con una massima di ben +44°C. Sbriciolati i +43.5°C del 2 Novembre 2009.

Rsamavn242E a Jujuy, in montagna, la temperatura massima di +42.4°C, ha distrutto i +42.0°C del Dicembre 2010. Purtroppo la chiusura delle stazioni di Pedro Pena, ex detentrice record di caldo nazionale, e di Prats Gill, l’attuale detentrice, non ha permesso di poter mandare in archivio dati ben più consistenti, che avrebbero insidiato il record di caldo paraguayano. Caldo che non si attenua neppure sugli stati brasiliani. Solo ieri massime di +40.6°C a Cuiaba e +40.0°C a Teresina, dove da giorni ormai la colonnina di mercurio spinge sul muro dei +40°C. Ma la gran calura sulle ampie distese savaniche tropicali dell’America meridionale e sull’arida regione del Chaco, uno dei punti più caldi di tutta l’America latina, rischia addirittura di rafforzzarsi ulteriormente nelle prossime settimane, man mano che il sole si avvicina allo “Zenith” (raggi solari perpendicolare sull’orizzonte durante le ore centrali del giorno) a nord del Tropico del Capricorno, mentre la stagione delle piogge viene posticipato dal fenomeno di “El Nino”, che continua a svilupparsi sul Pacifico equatoriale. Se le tradizionali piogge “zenitali”, legate alla discesa verso il sud dell’Amazzonia e la Bolivia del “fronte di convergenza intertropicale”, rallenteranno il loro corso è altamente probabile l’avvento di una stagione eccezionalmente calda e molto siccitosa per gran parte della fascia tropicale e sub-tropicale sud-americana.

 

Condividi