Terremoto L’Aquila: domani inizia il processo d’Appello per gli scienziati della commissione Grandi Rischi

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VIOLENTO SISMA SCUOTE L'ABRUZZO, CROLLI E VITTIMENel processo di appello alla Commissione Grandi Rischi si annuncia, come del resto accaduto in primo grado, un duro scontro tra l’accusa e le difese, contrapposizione che ha avuto una onda lunga alla luce delle polemiche, anche a livello internazionale, che sono divampate dopo le salate condanne del tribunale dell’Aquila. In primo grado, il 22 ottobre del 2012, il giudice del tribunale dell’Aquila, Marco Billi, ha condannato Franco Barberi, all’epoca presidente vicario della commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis (l’unico che e’ stato sempre presente in aula in tutte le udienze), gia’ vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile. A giudicare nuovamente i sette esperti imputati di omicidio colposo e lesioni colpose sara’ un collegio giudicante composto da Fabrizia Ida Francabandera (uno dei due presidenti di sezione Penale), Carla De Matteis e Marco Flamini (consiglieri). A sostenere l’accusa sara’ invece l’avvocato generale, ovvero il numero 2 della procura generale, Romolo Como. La tesi accusatoria in primo grado e’ stata sostenuta dai pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio. Secondo quanto si e’ appreso, l’obiettivo dei giudici e’ di arrivare alla sentenza d’appello entro il mese di ottobre, quando sono state calendarizzate sei udienze, tutte di venerdi’ e sabato. Quella di domani si annuncia tecnica con la costituzione delle parti. “Sono molto fiducioso per quanto riguarda la mia posizione, come lo ero in primo grado – spiega l’avvocato Marcello Melandri, difensore di Enzo Boschi – il mio assistito con quella riunione non ci entra nulla, ma previsioni sul processo non si possono, anzi, non si devono fare”. “La tesi accusatoria di primo grado e’ abbastanza ben strutturata, cerchero’ di dare un’impostazione piu’ concentrata sui punti piu’ importanti, ma l’impianto e’ quello – spiega il pg Como – Per me e’ una vigilia tranquilla, faro’ il mio lavoro senza problemi anche se e’ un processo un po’ difficile, un po’ particolare, dall’esito non scontato”. La condanna di primo grado e’ spiegata con le analisi superficiali e l’aver dato false rassicurazioni agli aquilani nella riunione del 31 marzo 2009, a cinque giorni dal terremoto fatale giunto al culmine di un lungo sciame sismico, situazioni che hanno causato la morte di 29 persone. L’inchiesta e’ stata originata dall’esposto di un avvocato aquilano, Antonio Valentini, per conto di alcuni familiari delle vittime del sisma, e’ divenuta di pubblico dominio il 3 giugno 2010 con l’emissione di sette avvisi di garanzia. Definito spesso “processo alla scienza” (erroneamente secondo l’accusa), il dibattimento ha avuto una rilevanza internazionale, seguito dai media di tutto il mondo e anche da riviste scientifiche estere. Il processo che ha richiesto circa 300 testimoni ha avuto un epilogo record: un anno e un mese. Il 10 dicembre 2010 c’e’ stato l’esordio in aula per l’udienza preliminare, conclusa con il rinvio a giudizio per tutti; il 20 settembre 2011 la prima udienza dibattimentale, con il giudice Billi che ha imposto un ritmo veloce, spesso un appuntamento a settimana. Il 22 ottobre del 2012 la sentenza di primo grado

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