Clima, IEA: l’energia “pilastro” per il successo del vertice di Parigi

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Quattro ”pilastri” per rendere un successo la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

Raggiungere il picco delle emissioni del settore energetico il prima possibile e cioe’ al 2020, revisione ogni cinque anni dei target per portare l’asticella piu’ in alto, trasformare gli obiettivi in impegni collettivi a lungo termine, tenere sotto controllo la transizione nel settore energetico. Sono questi secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) i quattro ”pilastri” per rendere un successo la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop21) di Parigi a fine anno. L’Iea, in un nuovo report su energia e cambiamenti climatici pubblicato oggi, parla di come ”raggiungere un ‘picco’ precoce delle emissioni” e di come questo sia ”uno dei quattro pilastri fondamentali per il successo, dal punto di vista energetico”, della prossima Cop parigina. Lo slancio infatti – dice l’Iea – ”deve venire prima di tutto dal settore energetico”. In uno scenario, che il report definisce ‘ponte’, il picco delle emissioni dell’energia a livello mondiale potrebbe essere raggiunto nel 2020 se vengono attuate ”cinque misure chiave”; queste si concentrano su: aumento dell’efficienza energetica (industria, edilizia, trasporti), riduzione delle centrali a carbone meno efficienti (fino al loro divieto), aumento degli investimenti in tecnologie per le rinnovabili passando dai 270 miliardi di dollari del 2014 a 400 miliardi di dollari nel 2030, graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili entro il 2030, abbattere le emissioni di metano nella produzione di petrolio e gas. Per l’Agenzia internazionale dell’energia si tratta di ”un traguardo” per il clima che e’ possibile raggiungere senza ”costi”, cioe’ ”senza modificare prospettive economiche e di sviluppo”, ma utilizzando ”tecnologie e politiche” ad hoc. Secondo il direttore esecutivo dell’Iea, Maria van der Hoeven, e’ stato dimostrato che ”il costo e la difficolta’ di ridurre le emissioni di gas serra aumenta ogni anno” e che ”il tempo e’ essenziale”; c’e’ un ”crescente consenso tra i Paesi” sul fatto che sia ”il momento di agire: dobbiamo fare in modo che le misure adottate siano adeguate e che gli impegni assunti siano mantenuti”. La Cop21 – osserva l’Iea – deve esser vista come ”la base da cui partire per creare un ‘circolo virtuoso”’, con sempre ”maggiore ambizione”, ed e’ per questo che viene proposta ”una revisione quinquennale” cosi’ da verificare se ci sono le possibilita’ per azioni ulteriori in favore del clima. Questo perche’ c’e’ in atto ”un’evoluzione rapida”: da un lato viene messo in rilievo che ogni ritardo puo’ comportare costi piu’ alti dall’altro il ”ritmo” dell’innovazione consentirebbe di rimanere al passo di ”stare al passo” con gli eventi aiutando anche gli investitori a crederci di piu’. Quanto agli impegni collettivi a lungo termine sulle emissioni si tratta di un modo – legato al non superamento della soglia dei due di aumento medio delle temperature globali – per ”ancorare le aspettative future” a traguardi che possano ”guidare gli investimenti e le riforme del mercato, fornire un incentivo allo sviluppo di nuove tecnologie” e ”stimolare le politiche interne”. Infine, l’ultimo pilastro messo in campo dall’Iea riguarda la necessita’ di stabilire un processo di monitoraggio che possa evidenziare i progressi compiuti (anche con la proposta di metriche che siano in grado di controllare la decarbonizzazione del settore energetico): i risultati potrebbero rassicurare la comunita’ internazionale sul fatto che gli altri stanno agendo con diligenza.

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