San Pietro e Paolo: la storia del ritrovamento dei resti del primo apostolo

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Tutto nacque dall’autorizzazione data da Pio XII nel 1940 di avviare gli scavi nei sotterranei della chiesa

La Chiesa celebra oggi la ricorrenza di San Pietro e Paolo. Se sappiamo che sotto alla Basilica di San Pietro ci sono veramente le reliquie del primo Papa, lo dobbiamo a Margherita Guarducci. Grazie ai suoi studi, nel 1968 Papa Paolo VI decretò che le ossa ritrovate dopo gli scavi sotto la basilica erano veramente quelle dell’apostolo. Una storia lunga e complessa, quella dell’identificazione delle reliquie di Pietro. Tutto nacque dall’autorizzazione data da Pio XII nel 1940 di avviare gli scavi nei sotterranei della chiesa. Prima di lui nessuno, per timore reverenziale oppure per paura di non trovare nulla, aveva mai cercato di scoprire se fosse vera la convinzione che davvero sotto la basilica ci fossero i resti di Pietro. Gli scavi durarono fino al 1949.

san pietro e paolo1Nel corso dei lavori furono ritrovati degli altari, uno sopra l’altro o uno all’interno dell’altro, di varie epoche che si sono susseguite: per primo l’altare di Clemente VIII (1594), che è ancora l’altare papale, poi l’altare di Callisto II (1123), quello di Gregorio Magno (590-604) e infine il monumento eretto da Costantino in onore di Pietro (circa 321-326). All’interno di quest’ultimo monumento fu rinvenuto, secondo quanto riferiscono gli studi di Guarducci, un muro con fittissime scritte e epigrafi con i quali i cristiani esprimevano la propria devozione a Dio e a Pietro. Sotto al monumento, fu ritrovata una tomba di terra, nella quale probabilmente riposarono inizialmente le spoglie di Pietro. Tuttavia al momento degli scavi la tomba era vuota: questo perché le ossa dell’apostolo erano state raccolte e chiuse da Costantino in una nicchia-ossario. Questo loculo, a causa della mancata cautela dei lavori, venne distrutto durante gli scavi e le ossa di Pietro furono mescolate con i detriti, raccolte e conservate in una scatola di legno. Una svista a causa della quale i resti di Pietro rimasero occultati per più di 10 anni: Guarducci infatti trovò la scatola nel 1953, ma l’identificazione certa sarebbe arrivata solo nel 1964. Nella nicchia furono anche trovati resti di un drappo di porpora intessuto d’oro. In base agli studi antropologici, condotti da Venerando Correnti, le ossa, circa metà dello scheletro, appartengono a un solo individuo di sesso maschile che, per età (60-70 anni), coincide – secondo Guarducci – con quanto si conosce di Pietro all’epoca del suo martirio. La studiosa svolse le sue ricerche dal 1957 al 1969 e scoprì tra le varie incisioni del muro di Costantino anche la scritta in greco ‘petros enì’, che significa ‘Pietro è qui’. Dopo anni di dispute, nel 1968 arriva l’annuncio ufficiale di Paolo VI: le ossa sotto alla Basilica sono di San Pietro.

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