Archeologia: scoperte tombe inviolate e resti di un Gigante a Mont’e Prama

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La campagna di scavi in corso nel sito di Mont’e Prama non ha restituito finora niente di particolarmente spettacolare e straordinario

Sei tombe inviolate e intorno una interessante serie di frammenti di “gigante”. Il piu’ grande e’ una mezza testa, nessun torso, diversi pezzi di scudo, una gamba con polpaccio, il gomito di un pugilatore. Sul fronte delle grandi statue di arenaria, la campagna di scavi in corso nel sito di Mont’e Prama, finanziata direttamente dal ministero per i Beni culturali, non ha restituito finora niente di particolarmente spettacolare e straordinario. Il direttore scientifico Alessandro Usai lo ammette senza problemi. E ammette senza problemi anche l’uso di un miniescavatore – al centro di un esposto-denuncia del deputato Mauro Pili – e il fatto che questo abbia comportato qualche “graffio” e qualche “scalfittura” ai lastroni di copertura delle tombe scavate negli anni ’70 e poi ricoperte, e perfino alla mezza testa rinvenuta a pochi passi dalla recinzione del cantiere. “Niente di particolare, qualche infimo e trascurabilissimo segno le benne del miniescavatore lo hanno prodotto, ma lo abbiamo usato e continueremo a usarlo come si fa, quando e’ possibile e necessario, in ogni cantiere archeologico, cioe’ per rimuovere lo strato di terreno superficiale”, ha sottolineato l’esperto spiegando che a Mont’e Prama e’ stato usato per rimuovere circa 300 metri cubi di terreno di riporto “che non si potevano certo rimuovere a mano con una cazzuola”, ha chiarito. Della vicenda, dopo la denuncia del parlamentare di Unidos, si sono occupati comunque anche i Carabinieri, che stamattina hanno esaminato e fotografato tutti i reperti “danneggiati” e raccolto a verbale le spiegazioni di Alessandro Usai. Piu’ che di questo, l’archeologo della sovrintendenza e il suo collega Franco Campus si sono detti preoccupati per le piogge che prima o poi arriveranno e per il conseguente rischio di allagamento della trincea scavata per riportare alla luce le tombe gia’ esplorate negli anni ’70. “Dobbiamo studiare una soluzione, perche’ uno dei principali obiettivi del nostro scavo – hanno spiegato – e’ proprio quello di ricomporre la necropoli per renderla visibile e quindi anche visitabile”. La prima parte dello scavo ha riguardato una struttura nuragica gia’ nota. “Si tratta di una struttura circolare, ma sicuramente non e’ un nuraghe e neanche una capanna, al quale e’ addossata una struttura piu’ piccola ma forse di epoca piu’ tarda”, ha ricostruito Usai avanzando l’ipotesi che possa trattarsi di una sorta di sala di riunione o anche di luogo cerimoniale.

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