Onde gravitazionali: da Albert Einstein a Lisa Pathfinder, uno dei più oscuri misteri dell’universo

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Lisa Pathfinder sarà solo il primo passo. L’idea è quella di un mega ‘telescopio’ grande milioni di chilometri: eLisa

Da Albert Einstein alla missione Lisa Pathfinder partita questa mattina. Le onde gravitazionali, studiate a fondo dal famoso scienziato nella sua Teoria della relatività, possono essere considerate l’eco prodotta dalle perturbazioni del campo gravitazionale da eventi molto violenti, come esplosioni di supernovae, collisioni tra buchi neri, rotazione di pulsar o il Big Bang. Osservarle è stato finora impossibile perché la forza gravitazionale non viene assorbita dalla materia. Per farlo servono strumenti enormi e altamente sensibili. Molti ne esistono a terra, come l’italiano Virgo, ma poter costruire un osservatorio nello spazio potrebbe semplificare la ricerca sulle vibrazioni.

Ed è proprio questo il compito della missione Lisa Pathfinder, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), alla quale l’Italia partecipa con la sua agenzia spaziale (Asi) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Il satellite dovrà testare le tecnologie necessarie a dare il via a un ambizioso osservatorio spaziale da costruire nei prossimi anni. “Imparare a ‘vedere’ le onde gravitazionali sarebbe una rivoluzione paragonabile all’invenzione del telescopio”, ha detto il coordinatore scientifico della missione, Stefano Vitale, dell’Università di Trento e dell’Infn. “Ci permetterebbe di vedere tutto quello che ancora ci sfugge, ossia la stragrande maggioranza dell’universo, come la materia oscura”, ossia la materia invisibile che lo occupa per il 25%.

E Lisa Pathfinder sarà solo il primo passo. L’idea è quella di un mega ‘telescopio’ grande milioni di chilometri: eLisa (evolved Laser Interferometer Space Antenna), uno dei più ambiziosi progetti dell’Esa. “Che le onde gravitazionali esistano è praticamente una certezza, ma il problema è riuscire a vederle”, ha detto Marco Pallavicini, di università di Genova e Infn. “Lisa Pathfinder – ha aggiunto – non vedrà le onde gravitazionali, ma ci servirà a dimostrare di saper costruire uno strumento capace di farlo”. “Per questo stiamo lavorando ad eLisa”, ha detto Alvaro Gimenez Canete, direttore dell’Esplorazione scientifica e robotica dell’Esa. Il progetto, da 2 miliardi di euro, potrebbe terminare nel 2034. Il centro pulsantte di eLisa saranno tre satelliti distanti tra loro milioni di chilometri e collegati da un fascio laser, necessario a cogliere anche le più piccole vibrazioni dello spazio-tempo.

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