Equinozio di Primavera, una storia epica tra miti, sacrifici, simbolismi e rinascite

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Scocca oggi l’Equinozio di Primavera, un avvenimento astronomico da sempre considerato “chiave” nella stagionalità dell’umanità. Infatti tracce di riti legati agli equinozi e ai solstizi, risalenti al Neolitico, si trovano nei resti di monumenti, circoli di pietra, complessi funerari con camere e corridoi costruiti in allineamento col sorgere e col tramontare del sole durante gli equinozi e i solstizi. Gli assiri e i babilonesi davano grande importanza agli equinozi, infatti la festività babilonese più importante era il Capodanno, l’Akitu, che cadeva in occasione dell’equinozio di primavera. Esso durava 12 giorni, nei quali il re, figlio del divino, rigenerava e sincronizzava i ritmi della natura, del cosmo e della società umana. La civiltà egizia, centrata sul culto del dio sole Ra, creatore e governatore del mondo, aveva lo stesso precetto di allineare templi e costruzioni sacre al levarsi o al tramontare del sole in quegli speciali momenti dell’anno. La festa della primavera più antica è proprio l’egiziana Sham El Nessim, risalente a circa 4700 anni fa, conservata ancora oggi dagli egiziani di religione copta.

EQUINOZIO SPECIALE 1Tra i simboli principali di Sham El Nessim, le cipolle verdi. Dai ritrovamenti, sappiamo che esse venivano utilizzate per imbottire gli occhi delle mummie e diverse sono rappresentate sugli affreschi rinvenuti sulle pareti delle tombe egizie. Ancora oggi la popolazione le considera un amuleto contro il malocchio e l’invidia, forse per via di una leggenda riportata in un antico papiro relativo a Old Memphis. Si narra che un faraone ebbe un unico figlio il quale venne colpito da una malattia sconosciuta che lo costrinse a letto per alcuni anni. Il popolo amava talmente tanto il faraone da decidere di unirsi al suo dolore, astenendosi dal celebrare ogni festa. Fu proprio il re a convocare un grande sacerdote del tempio di Oun che diagnosticò al giovane figlio una malattia causata da spiriti malvagi, ordinando di collocare alcune fette di cipolla sul naso del ragazzo, in modo da farne respirare i vapori. Il giovane recuperò le sue forze, guarendo. Nel palazzo si tennero festeggiamenti per celebrare la miracolosa guarigione che coincise con l’inizio della stagione primaverile ed il popolo, come gesto d’amore verso il re, appese corone di cipolle alle porte delle case. Secondo gli antichi Egizi, con l’arrivo della primavera l’Uovo cosmico plasmato da Ptah, da lui deposto sulle rive del Nilo e qui covato dall’oca sacra, si schiudeva, facendo uscire Ra, il Sole. Il fiume viveva in simbiosi col dio solare.

EQUINOZIO PRIM 2Per i Celti l’equinozio di primavera segna l’inizio della metà chiara dell’anno. Per questo popolo, la primavera rappresentava il periodo degli accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il principio maschile e quello femminile si congiungevano per propiziare la fertilità. Questi rituali venivano svolti nel corso di Beltane; una festa legata al calendario lunare, quindi dalla data mobile, che poteva cadere dalla seconda metà di aprile fino ai primi di maggio. Beltane o Beltaine (“fuoco luminoso”), festa della rinascita, contrapposta al Samhain, celebrazione della morte, è dedicata al dio Bel, da molti accomunato al dio Cernunno, divinità della natura, associata alla riproduzione e alla fertilità. Beltaine è anche il nome del mese di maggio in irlandese ed è tradizionalmente il primo giorno di primavera in Irlanda.

EQUINOZIO PRIM Da fonti gaeliche del X secolo si evince che i Druidi accendevano dei falò sulla cima dei colli, conducendovi attraverso il bestiame del villaggio per purificarlo dopo l’inverno passato nelle stalle. In segno di buon augurio, era anche il momento in cui gli animali venivano portati ai pascoli dopo lo svernamento. Anche le persone attraversavano i fuochi allo stesso scopo. Il fuoco sacro era il simbolo del fuoco celeste, del calore primordiale che produsse la creazione e che si ripresentava a ogni ritorno della primavera. Il fuoco era in grado di distruggere i poteri ostili, purificare l’aria, favorire la fertilità degli esseri viventi …proprio per questo, persone e oggetti, non solo bestiame, venivano fatti passare attraverso i due fuochi. Seguivano, poi, delle danze attorno ai falò (es. danza del cervo e del salmone saltante), caratterizzate da grandi salti per propiziarsi la fortuna, per trovare l’anima gemella, per garantirsi viaggi sicuri, per avere figli, per assicurarsi un parto facile.

EQUINOZIO BOTTICELLIIn Grecia in primavera si celebravano i Piccoli Misteri Eleusini ad Eleusi, una piccola città dell’Attica. Il nome significa “arrivo”, perché si narra che qui arrivò Demetra cercando la figlia Persefone, rapita dal dio dei morti, Ade. La sparizione ed il ritorno di Persefone venivano ricordati con le cerimonie che simulavano la morte mistica della natura, la rinascita, la fecondità e la generazione. Il messaggio per gli iniziati ai Piccoli Misteri era la promessa di abbondanza materiale da parte della dea del grano, ma anche la liberazione dall’angoscia e dal dolore ed un trattamento privilegiato dopo la morte. Omero, parlando dei Misteri, disse: “Coloro che non conoscono queste sacre cerimonie e coloro che vi hanno partecipato non avranno uguale destino dopo la morte, nel regno delle ombre”. Nell’antica Grecia, ad Atene, per tutto il mese di aprile, si tenevano danze e canti per Teseo, considerato l’eroe nazionale, colui che aveva ucciso il Minotauro. Per nutrire tale mostro, come noto, il re Minosse ogni anno esigeva dagli Ateniesi il tributo orrendo di sette fanciulle e di sette giovinetti. I primi dieci giorni di aprile erano dedicati alle “Feste Megalesi” (dal greco megale, “la grande”) in onore di Minotauro.Cibele, la Grande Madre, divinità primigenia, madre degli dei e degli uomini. Il suo culto era caratterizzato, in origine, da cerimonie orgiastiche e sanguinose, che si addolcirono molto in seguito, quando si diffusero a tutta la Grecia.

EQUINOZIO PRIM 4I Romani continuarono questa usanza, arricchendola con i Ludi Megalenses, giochi pubblici che seguivano l’aspersione pubblica rituale, fatta con acqua consacrata, della statua della Grande Madre. A Roma tutto il mese di aprile era dedicato ai festeggiamenti. Il 7 si celebrava il compleanno di Apollo e Diana, il 15 si tenevano le Feste Fordicalie, che vedevano vacche sacre immolate in onore della dea Terra; il 18 le Cerealie, dedicate a Cerere nella sua qualità di protettrice delle messi; il 21 nelle Palilie si sacrificavano agnelli per la dea Pale, patrona dei greggi e dei pastori; il 23 si libava per Giove e Venere con il vino fatto in autunno; il 25 si pregava la dea Robigo perché tenesse lontano dal grano i parassiti che distruggevano i raccolti; il 28 la dea Flora veniva sollecitata a curare la vegetazione ed in particolare i fiori; il 30, durante le Larenziali, si inneggiava a Larenzia, la lupa che aveva salvato, nutrendoli col suo latte, i gemelli Romolo e Remo.

EQUINOZIO CONIGLIOAnche l’equinozio di primavera venne cristianizzato: infatti, dopo la prima luna piena che segue l’equinozio, i cristiani celebrano la Pasqua, commemorando la Resurrezione di Cristo. Il termine “Easter”, con cui in inglese si designa la Pasqua, ci riporta ad un’antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre, che presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi. A Eostre era sacra la lepre (oggi “rimpiazzata” dal coniglio pasquale) che deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell’anno e l’uovo non è certo scelto a caso, dato che da sempre è simbolo di vita, creazione e rinascita.

EQUINOZIO UOVALa nascita del mondo da un uovo cosmico è un’idea universalmente diffusa che veniva celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge. In numerose mitologie, infatti, l’uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere ad emergere dl Caos: è “l’uovo del mondo” covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. Un bellissimo mito indiano, ad esempio, narra che nella notte dei tempi tutto era immerso nelle tenebre e sepolto in un sonno profondo. L’Assoluto volle creare il cosmo dalla propria sostanza, dando vita alle acque in cui depose a galleggiare un uovo splendente che generò al proprio interno Brahma, il Creatore, che divise poi l’uovo stesso in due parti, formando terra e cielo.

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