Salute, diabetologi: “no alla distribuzione di glucometri di unica marca”

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La Società italiana di diabetologia ha preso una decisa presa di posizione contro l’iniziativa intrapresa da alcune Regione sulla distribuzione di glucometri di un’unica marca, che sostituirà gradualmente gli altri apparecchi finora utilizzati. Per gli esperti, riuniti per il 26esimo congresso della Sid a Rimini, questa iniziativa ha però dei rischi. Prima di tutto, i diabetologi saranno costretti a richiamare tutti gli assistiti per insegnare loro ad utilizzare un diverso device. L’allarme sui rischi di questa decisione è stato formalizzato in una lettera indirizzata al Ministro della Salute Beatrice LorenzinE’ bene ricordare che il glucometro, per le ricadute che puo’ avere sul compenso della glicemia, e’ assimilabile ad un farmaco“, ha ricordato Enzo Bonora, presidente della Sid.

Ricerca/ Scoperta insulina "alien" che poterebbe causare diabete 1 bimbiUn medico dunque non puo’ essere obbligato a prescrivere lo strumento A piuttosto che lo strumento B ma deve essere libero di scegliere il device piu’ adatto per un determinato paziente“. All’interno della lettera, i medici hanno stilato una serie di punti per far in modo che l’assistenza diabetologica italiana continui a mantenere la propria leadership mondiale. Per farlo è necessario: contenere l’inappropriatezza prescrittiva, la riduzione di alcuni sprechi ed una maggiore attenzione su alcuni aspetti relativi alla gestione della malattia. Il decalogo vede tra i suoi punti fermi l’empowerment e l’educazione della persona con diabete, con la dovuta sottolineatura all’importanza dell’auto-monitoraggio; l’appropriatezza nella prescrizione degli esami diagnostici e delle terapie anti-iperglicemizzanti; la prevenzione dell’ipoglicemia; l’attenzione alla salute del piede; l’assistenza qualificata alle persone con diabete ricoverate in ospedale per altre patologie; la logica del lavorare in team, sia quello diabetologico stretto, che quello allargato ad altri specialisti e al medico di famiglia, per realizzare in pieno la gestione integrata prevista dal “Piano Nazionale per la Malattia Diabetica“.

Si tratta di una sorta di ‘decalogo’ – ha sottolineato Giorgio Sesti, presidente eletto della Sid – che da un lato consolida il ruolo insostituibile del diabetologo nella cura della malattia e dall’altro rafforza l’alleanza terapeutica tra specialista, medico di famiglia, persona con diabete e il team diabetologico con un attento sguardo all’appropriatezza prescrittiva e alla sostenibilita’ della spesa“.

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