Noir e Intelligenza Artificiale: recensione de “Il Cervello di Donovan” di Curt Siodmak (1942)

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Oggi anni duemila, gli sviluppi costanti, straordinari e anche se si vuole inquietanti delle Neuroscienze, delle Computer Science, dell’AI (Intelligenza Artificiale) il “Cervello di Donovan” del singolare scrittore Curt Siodmack, romanzo di fantascienza thriller o Noir vintage… del 1942, potrebbe sembrare persino normale e plausibile.  Alla luce in particolare del cosiddetto Mind Up-Loading o della Crionica parziale (il solo Cervello o Testa dell’ibernato), secondo almeno le prospettive futurologiche o transumaniste più radicali.  Nel 1942 (il libro poi apparve soltanto nel 1972 per i gialli Garzanti) furono pagine certamente soprendenti, potenziate dal personaggio stesso dello scrittore, poi anche regista e sceneggiatore  statunitense ma di origine tedesca.  Siodmack  figura anche come operaio attore, uno del cast infinito e clamoroso dell’epoca, per il grandissimo Metropolis di un certo Fritz Lang.  E il romanzo, se attinge certamente anche a classici di certo fantagotico ante litteram, dal Frankenstein di Mary Shelley al Dottor Jackil and Mr. Aids di Stevenson, evoca eccome il capolavoro espressionista del piu celebre regista tedesco. Muore un noto miliardario in un incidente aereo: per un caso, il protagonista scienziato, dislocato in una area remota come medico, è chiamato ai primi vani soccorsi… Il paziente muore, per una serie fortunata di coincidenze, il giovane e ambizioso scienziato che vuole giocare a Dio, riesce a conservare in una specie di contenitore di fortuna il cervello ancora vivente del miliardario e a  celarlo a tutti, ma non a un fidato collega a cui poi svela l’esperimento inaudito chiedendogli di collaborare.  Il medico amico dapprima non ne vuole sapere, prigioniero o  impaurito da dubbi che oggi chiameremmo bioetici: alla fine, nel bene  e nel male, sarà altrettanto protagonista.

cervello di donovanL’esperimento, grazie ad altre geniali intuizioni dello scienziato “pazzo” o “rivoluzionario” a seconda dei punti di vista,  è la cronaca stessa e la trama del romanzo che si sviluppa in modulazioni soprendenti e sempre più complesse e affascinanti o  drammatiche. Ad un certo punto, nasce un contatto con la mente-cervello sopravvissuta del miliardario Donovan  che via via condiziona sempre più per via “telepatica” o “psicotronica” lo scienziato:  ben presto, mentre il cervello stesso si sviluppa in modi abnormi e eccezionali ulteriormente, rivelando capacità nuove e mutanti quasi, quest’ultimo perde il controllo se non quando Donovan, il Cervello dorme, sdoppiando la propria personalità ed eseguendo come un automa tutti gli ordini, spesso apparentemente bizzarri ed incredibili, di Donovan, quasi deciso a espiare con  donazioni postume molti soggetti nella sua vita danneggiati e ingannati sempre per soldi, inganni alla base anche della sua carriera come miliardario.  Il romanzo segue poi quel che poi è diventato un copione di certa letteratura superomista e scientistica…   Lo scienziato ad esempio, riesce a sfuggire alla maledizione e al condizionamento sistematico del Cervello, evitando di uccidere la propria compagna e mecenate, spesso  trascurata in nome della scienza,  solo grazie o quasi al sacrificio del più anziano e stimato collega di cui prima, che scopre come  uccidere il Cervello e neutralizzarlo per sempre.    Tutta la dinamica segue scansioni tipicamente noir o giallistiche o persino horror, visto il tipo di esperimento.   Al di là comunque della trama, oggi ovviamente banale, e delle considerazioni bioetiche,  il cosiddetto mind up loading dei transumanisti è in certo senso anticipato nel romanzo neuroavveniristico del 1942 in questione.  Ovvero la possibilià ancora oggi fantascientifica, ma possibile tra qualche decennio o nel prossimo secolo, di raggiungere se non l’immortalità, certamente una seconda vita completamente artificiale, trasferendo, se non persino la sola testa con il cervello con la cosiddetta Crionica (in questo caso, poi, si suppone una tecnologia capace anche di riclonare il corpo ex novo…), semmai il cervello (e quindi anche la mente e la coscienza e la memoria personale della precedente vita) in una specie appunto di download in un supporto digitale avanzatissimo: diventando, in questo caso, l’ex homo sapiens una specie di microcomputer quantico o qualcosa del genere.
Rispetto al romanzo scritto di Siodmack, in chiave digitale l’ipotesi è forse significativa: sempre inquietante per parecchi, ma l’horror del semplice cervello vivente asportato e poi messo in coltura  svanisce probabilmente nella fredda asetticità  delle nuove tecnologie informatiche o bioinformatiche in tal caso.  Sul piano letterario, il romanzo stesso, alla luce del progresso scientifico, appare oggi, concludendo,  probabilmente più bello, apprezzabile ed interessante, proprio per il suo linguaggio, per forza attualmente vintage e “paleoscientifico”, colmo di intuizioni sorprendenti.

Roberto Guerra

INFO
https://www.amazon.it/cervello-Donovan-Siodmak/dp/B00NFW8P70
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_cervello_di_Donovan_(film)
https://it.wikipedia.org/wiki/Curt_Siodmak

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