Terremoto: territori deformati, la mappa disegnata dai satelliti

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I satelliti scrutano dallo spazio i territori colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso. Ed i dati che arrivano a terra stanno consentendo agli esperti italiani di tracciare una prima mappa delle deformazioni del territorio provocate dal sisma e delle sorgenti sismiche legate all’evento. A causa del terremoto, la Piana di Castelluccio si è infatti abbassata di 18 centimetri e c’è stato uno scivolamento del Monte Vettore di circa 10 centimetri, emerge dalla mappa diffusa oggi. “Secondo la misurazione e la geometria dei satelliti Cosmo-SkyMed, nell’area della Piana di Castelluccio l’abbassamento del terreno è arrivato anche a 18 centimetri” riferisce all’Adnkronos il Dirigente tecnologo dell’Ingv-Cnt, Stefano Salvi.

Nell’area del Monte Vettore -spiega- il sisma ha inoltre prodotto una frana ed i satelliti hanno registrato uno scivolamento del versante del monte di circa 10 centimetri“. “Sullo stesso versante su cui si vede questa frana, sono state anche riscontrate -aggiunge Salvi – fratture che potrebbero indicare l’emersione del piano di frattura più profondo“. Ovvero i satelliti Cosmo-SkyMed, avrebbero documentato “l’emersione del piano della faglia che ha prodotto il terremoto” sottolinea Salvi. I dati che arrivano dai satelliti “forniscono informazioni sulle deformazioni del suolo con grande dettaglio spaziale, grazie alle elevate risoluzioni del sistema Cosmo-SkyMed, e possono quindi essere particolarmente rilevanti per lo studio dei processi geologici e geofisici in atto” spiega Riccardo Lanari, direttore del Cnr-Irea. Prima di Cosmo-SkyMed e dei suoi sensori che operano in banda X, dati sul territorio colpito dal sisma sono arrivati agli scienziati italiani anche dal radar del satellite giapponese Alos 2 e dei satelliti Esa Sentinel-1A e Sentinel-1B del Programma Europeo Copernicus che hanno documentato un abbassamento della terra di 20 centimetri ed uno spostamento laterale fno a 16 centimetri.

L’attività di studio delle deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (Dpc) e viene svolta da un team di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche attraverso l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Si tratta dei centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia il cui lavoro è supportato dall’Agenzia Spaziale Italiana. “La migliore risoluzione di misura delle deformazioni fornita dai satelliti Cosmo-SkyMed consente di individuare effetti localizzati, come frane e faglie riattivate, che vengono in continuazione verificati sul campo dalle nostre squadre di emergenza” prosegue Salvi. Ed a conferma di ciò, la mappa di deformazione ottenuta dai dati Cosmo-SkyMed, relativa all’area che si estende dalle zone di Tufo e Pescara del Tronto fino all’area di Castelluccio, grazie all’alta risoluzione dei dati elaborati, “evidenzia molto bene una deformazione localizzata che è probabilmente legata ad un fenomeno di instabilità di versante” indicano gli esperti di Cnr-Irea, Ingv e Asi. L’area si estende circa per 800 metri per 600, sul fianco del Monte Vettore.

Per la frequenza di acquisizione, numero di immagini e risoluzione, Cosmo-SkyMed si conferma un asset nazionale di fondamentale importanza, anche per le sinergie europee ed internazionali nella gestione delle emergenze” evidenzia il direttore Asi della missione Cosmo-SkyMed, Alessandro Coletta, anticipando che il lavoro con i satelliti Cosmo-SkyMed continuerà “per almeno altri 30 giorni“. “Dopo aver seguito le conseguenze della scossa principale e delle successive ‘prime’ repliche, nei prossimi 30 giorni -spiega Coletta- con i nostri satelliti eseguiremo rilevazioni degli effetti dello sciame sismico“. “Ma i tempi potrebbero allungarsi ancora. Sicuramente la Protezione Civile ci chiederà di continuare a rilevare dati sul territorio con i satelliti CosmoSkyMed” continua Coletta. “Penso che potremmo seguire l’area anche per un anno, come è successo dopo il sisma de L’Aquila e dell’Emilia” indica. Nella mappa, sottolinea Coletta, i satelliti hanno rilevato “sprofondamenti e frane nella zona del sisma“. “La mappa si tinge di rosso quando c’è un allontanamento del suolo dal satelliti e ciò sta ad indicare un abbassamento del terreno” spiega infine l’esperto dell’Asi.

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