Accordo CETA UE-Canada, Verdi: il testo resta inaccettabile

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“I Verdi hanno votato contro la ratifica: non vi è, infatti, alcuna modifica rispetto al testo che avevamo già considerato inaccettabile. Anzi, la Commissaria Malmström ha difeso il Ceta, definendolo un accordo modello e negandone in pratica le gravi lacune”. Così i co-presidenti del Partito Verde Europeo Monica Frassoni e Reinhard Bütikofer a seguito del voto di oggi del Parlamento europeo sull’Accordo Economico e Commerciale Globale Ue-Canada (Ceta). “La maggioranza del Parlamento europeo si è espressa a favore del trattato commerciale Ceta con il Canada, segnando un nuovo sviluppo nella strategia commerciale dell’Europa. Per la prima volta – dichiarano Frassoni e Bütikofer – la Commissione si è trovata sotto una fortissima pressione da parte di vari membri della società civile, che le hanno chiesto di aumentare la trasparenza e permettere il controllo pubblico dei negoziati, ma queste pressioni per ora non sono servite a fare cambiare strada alla politica commerciale dell’Ue”. I Verdi Europei ricordano che il Ceta ha ancora bisogno della ratifica di tutti gli Stati membri dell’Ue, “che non è affatto scontata: molto dipenderà dalla disponibilità da parte della Commissione a imparare dai propri errori. Come avevamo scritto in una lettera indirizzata al Primo Ministro canadese Justin Trudeau, noi non siamo contrari al commercio globale, però questo deve essere non solo libero, ma anche equo”. “Una politica commerciale intelligente – aggiungono Frassoni e Bütikofer – deve respingere sia i privilegi delle multinazionali che i protezionismi. Non è più concepibile che la politica commerciale europea torni a essere una scienza arcana, solo per avvocati internazionali, celata allo sguardo del pubblico”. “Ci vengono presentate delle riforme superficiali sui privilegi degli investitori (che al massimo possiamo considerare come un timido inizio) come fossero delle misure di riferimento. Questo significa che bisogna forzare la Commissione a intraprendere le necessarie riforme di politica commerciale”, concludono.

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