Astronomia, Marte: nuovi scenari esplorativi per il Pianeta Rosso

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E’ in orbita intorno al quarto pianeta del Sistema Solare dal 10 marzo 2006, dopo quasi 11 anni di lavoro ha acquisito oltre 224mila immagini e si appresta a tagliare il traguardo di 300 terabit complessivi di dati inviati sulla Terra.

Stiamo parlando di Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), la sonda della NASA che in quasi 50mila orbite intorno a Marte ha raccolto un inestimabile ‘tesoro’ di informazioni per la comunità scientifica, impegnata a far luce sul pianeta e proiettata verso nuove prospettive di esplorazione.

In particolare, le osservazioni svolte dalla prolifica sonda si sono rivelate di grande utilità per valutare i siti più idonei per il landing di Mars 2020, il prossimo rover NASA che percorrerà la superficie del Pianeta Rosso.

Proprio in questi giorni – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è in corso a Monrovia (California) il terzo workshop dedicato a questo delicato aspetto della futura missione esplorativa basata su un rover. A valle del meeting, la lista degli otto siti candidati precedentemente individuati dovrebbe ridursi alla metà.

Grazie alle informazioni raccolte da MRO, gli esperti possono valutare i siti più adatti al landing, verificando, ad esempio, che non vi siano rocce troppo grandi oppure pendii molto scoscesi, e le aree più interessanti per le attività di ricerca, caratterizzate da particolari formazioni geologiche oppure dalla presenza di specifici minerali. I dati della sonda sono si sono rivelati utili anche per ipotizzare il tracciato che il futuro rover, il cui lancio è previsto per l’estate del 2020, dovrà seguire sul ‘volto’ di Marte.

MRO (Credits: NASA)

Le informazioni di MRO, lanciata da Cape Canaveral il 12 agosto 2005, sono state prese in considerazione anche nella prospettiva di missioni umane sul pianeta; sono 45 i siti in fase di valutazione perché ritenuti adeguati alla presenza dell’uomo.

Oltre al basilare apporto per questi futuri scenari esplorativi, il contributo di MRO è stato fondamentale per approfondire tanti aspetti del Pianeta Rosso quali, ad esempio, la presenza di minerali indicativi di antichi ambienti umidi, l’esistenza di realtà dinamiche come dune modellate da tempeste di sabbia e crateri recenti da impatto, il susseguirsi di cambiamenti stagionali in superficie e la presenza di riserve sotterranee di acqua ghiacciata.

Con i suoi strumenti, ancora in piena attività, finora la sonda ha potuto tratteggiare, con un dettaglio senza precedenti, l’identikit di un pianeta che in un remoto passato era caratterizzato da ambienti umidi e che continua a suscitare l’interesse della comunità scientifica ed ad affascinare l’immaginario collettivo.

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