Salute, approda al parlamento Ue il decalogo italiano per le ‘città più sane’

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Dieci punti per rendere le città più ‘sane‘ e tracciare la strada per politiche di tutele del benessere dei cittadini, in costante crescita in un pianeta più affollato e sempre più urbanizzato. E’ il Manifesto ‘La salute nelle città: un bene comune‘, che la delegazione italiana del Comitato europeo delle Regioni ha presentato al Parlamento europeo dove sarà discusso a marzo per diventare, probabilmente entro maggio, un’indicazione generale per il Vecchio continente. Una strada che passa attraverso la promozione di politiche in grado di mettere al centro la salute delle persone a 360 gradi, dalla lotta all’inquinamento al contrasto all’obesità. Del documento hanno parlato, oggi a Roma, sindaci, parlamentari ed esperti di diversi settori nella sede dell’Anci, Associazione dei Comuni.

“I sindaci non possono non occuparsi di salute”, ha spiegato Enzo Bianco, presidente della delegazione del Comitato europeo delle Regioni e del Consiglio nazionale Anci, ricordando le sfide demografiche che si prospettano per i prossimi anni, con uno spostamento sempre più massiccio verso le città. “Per vincere queste sfide – ha sottolineato – è necessario fare squadra. I Comuni, le Regioni, il ministero della Salute. E avere una prospettiva europea”. Dalle indicazioni del Manifesto, intanto, è nata una Risoluzione presentata in Commissione Affari sociali della Camera dalla vicepresidente Daniela Sbrollini, e già firmata anche dal presidente della Commissione parlamentare Mario Marazziti, per impegnare anche le nostre istituzioni a politiche a favore della salute nelle città. Un impegno per il quale “serve trovare risorse, perché si possa concretizzare”, ha detto la parlamentare impegnandosi sul tema.

Il manifesto ha un suo comitato promotore, presieduto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, un board di esperti, presieduto da Andrea Lenzi (endocrinologo e, tra l’altro, presiedente del Comitato per la Biosicurezza della presidenza del Consiglio dei ministri) ed ha avuto il suo spazio di approfondimento nell’Health City Institute. Ecco, in sintesi, i punti del decalogo: 1) Ogni cittadino ha diritto ad una vita sana ed integrata nel proprio contesto urbano. Bisogna rendere la salute dei cittadini il fulcro di tutte le politiche urbane; 2) Assicurare il livello di alfabetizzazione e di accessibilità all’informazione sanitaria per tutti i cittadini, aumentando il grado di autoconsapevolezza; 3) Inserire l’educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano; 4) Incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie. E ancora: 5) Promuovere una cultura alimentare appropriata attraverso programmi dietetici mirati, prevenendo l’obesità; 6) Ampliare e migliorare l’accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani e l’invecchiamento attivo; 7) Sviluppare politiche locali di trasporto urbano orientate alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una vita salutare; 8) Creare iniziative locali per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili; 9) Considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l’inclusione sociale nel contesto urbano; 10) Studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, attraverso una forte alleanza tra Comuni, Università, Aziende sanitarie, Centri di ricerca, industria, professionisti.

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