Spreco alimentare: 86enne sfama 250 poveri con cibo invenduto

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Un terzo del cibo viene sprecato ogni anno, non arriva neanche a destinazione e si deteriora dalla produzione alla destinazione finale. Si parla esattamente di 1,3 tonnellate di generi alimentari secondo un rapporto WWF. E’ 4 volte la quantità necessaria a sfamare 800 milioni di persone denutrite nel mondo. Fra i paesi più capaci di combattere lo spreco alimentare figurano: Francia, Australia e Sudafrica. Fra i paesi che compiono notevoli passi in avanti c’è l’Italia che passa dal 25° al 9° posto secondo il Food Sustainability Index – di Fondazione Barilla Center for Fodd & Nutrition (BCFN) e The Economist Intelligence Unit. Molti i passi fatti in avanti grazie alla legge approvata nel 2016 in merito, ma ancora c’è molto da fare per il futuro.

Dino, 86enne di ex dirigente in pensione di Roma, ormai da molti anni prepara e porta da mangiare a centinaia di senza fissa dimora e poveri di Roma. Dino, personaggio pragmatico, e che non ama pubblicità, serve più volte a settimana più di 200 pasti al giorno a indigenti e homeless, presso le stazioni Tuscolana e Ostiense di Roma. Nel corso degli anni, con il suo carisma e l’esempio di aiutare il prossimo in modo gratuito, Dino ha trascinato con sé oltre 300 volontari che lo aiutano nella raccolta delle rimanenze alimentari, nella selezione e nella preparazione dei cibi e nella distribuzione dei pasti ai meno fortunati.”

Dino con un commerciante donatore di cibo presso il mercato Alberone a Roma
Dino con un commerciante donatore di cibo presso il mercato Alberone a Roma

Abbiamo iniziato preparando assieme ad amici e conoscenti dei panini, poi siamo passati ai pasti cucinati con tanto di primo, secondo, frutta e magari anche il dolce. Distribuisco i pasti con i volontari quattro giorni la settimana: il sabato e la domenica alla Stazione Tuscolana; il lunedì e il martedì alla Stazione Ostiense. In un anno prepariamo e distribuiamo circa 27.000 pasti completi”.
“Tutti gli homeless mi vogliono bene e mi rispettano” Confessa Dino Impagliazzo commosso. “All’inizio c’era un po’ di diffidenza da parte loro perché pensavano che io facessi questo per soldi. Invece poi hanno compreso che lo faccio per amore, amore del prossimo, e questo lo si può fare solo gratis perché lo si fa a Dio”. Afferma poi Dino Impagliazzo:” E’ un mondo parallelo, ma non si pensi che sono persone molto differenti da noi. Il 50% delle persone alle quali offriamo un pasto sono italiani e l’altra metà sono stranieri. Gli italiani sono persone che il giorno prima vivevano in una casa con una famiglia, ma che poi hanno divorziato e si sono trovati per strada. Altri hanno perso il lavoro e non possono più permettersi un affitto o di acquistare beni di prima necessità”.
Continua Dino Impagliazzo: “Io vedo in ogni persona che sta in difficoltà la presenza di Gesù e quindi cerco sempre di capire chi ho di fronte e come posso aiutarlo, non solo donandogli del cibo o del denaro. Per esempio presso le stazioni ferroviarie dove serviamo il cibo portiamo anche dei medici che visitino gratis queste persone svantaggiate, gli organizziamo dei corsi di lingua italiana gratis, cerchiamo di dargli una mano dal punto di vista psicologico, del contatto umano. In fondo il cibo serve per mangiare, ma poi una persona va assistita in tutti i suoi bisogni”. Prosegue Dino: “Adesso stiamo organizzando uno spazio dove potranno alloggiare temporaneamente questi senza dimora. Molto spesso queste persone giungono in Italia di passaggio per poi dirigersi verso altri paesi”.

“E’ stata veramente importante l’introduzione la legge anti spreco per aiutare noi piccole realtà, ma anche le grandi associazioni, come è fondamentale trasmettere ad ogni cittadino la consapevolezza che troppo cibo viene buttato e che potrebbe sfamare tante persone gratuitamente. Basta non sprecare quello che non ci occorre e utilizzarlo in modo utile per altri”.

Noi ci riforniamo da chi ci conosce e sa che portiamo il cibo gratuitamente a chi ne ha bisogno. C’è il piccolo commerciante che ci offre il sabato frutta e verdure per esempio. L’invenduto di frutta e di verdura del sabato non arriverebbe a lunedì, così noi preleviamo questi prodotti che se cotti o preparati in giornata o il giorno dopo possono sfamare tante persone. Poi ci sono grandi catene di supermercati come Todis che ci contattano periodicamente e ci offrono grandi carichi di prodotti di prossima scadenza, che possono essere usati per cucinare. Ci sono alcuni panettieri che ci chiedono di passare a ritirare da loro, a fine giornata, tutto il pane o la pizza invenduti. E’ un passaparola, ma se poi le persone sanno che si può fare del bene gratuitamente, tutti sono più felici. Ce lo insegna anche Papa Francesco che ho avuto l’onore di incontrare pochi mesi fa e al quale ho rivolto il saluto di tutti i barboni di Roma”.
“Oggi siamo più di 300 volontari e abbiamo fondato un’associazione che si chiama RomAmor. Roma deve essere il simbolo dell’amore e dell’accoglienza” Conclude così Dino Impagliazzo presidente dell’Associazione RomAmor”.

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