Tumore testa-collo: la Commissione Europea approva Nivolumab

MeteoWeb

La Commissione Europea (EC) ha approvato nivolumab in monoterapia per il trattamento del tumore di testa e collo a cellule squamose (SCCHN) in pazienti adulti che mostrano progressione della malattia durante o dopo terapia contenente platino. Nivolumab è il primo e unico trattamento immuno-oncologico che ha dimostrato in uno studio di fase III un significativo miglioramento della sopravvivenza globale (OS) in questi pazienti.
“I pazienti adulti con carcinoma del distretto testa-collo a cellule squamose, in progressione durante o dopo terapia contenente platino, combattono contro una malattia debilitante e ‘difficile da trattare’ associata a una prognosi molto sfavorevole”, ha affermato Kevin Harrington, M.D., Ph.D., professor in Biological Cancer Therapies presso l’Institute of Cancer Research e consultant clinical oncologist al Royal Marsden NHS Foundation Trust di Londra. “Come oncologo che aiuta i pazienti ad affrontare questa terribile malattia, spero che nivolumab sia ora reso disponibile il più ampiamente possibile, per offrire a questo gruppo di pazienti una nuova opzione di trattamento che può potenzialmente migliorare la loro sopravvivenza globale”.
L’approvazione si basa sui risultati dello studio CheckMate -141, uno studio globale randomizzato, in aperto, di fase III, pubblicato sul The New England Journal of Medicine lo scorso ottobre, che ha valutato nivolumab rispetto alla terapia scelta dallo sperimentatore in pazienti con più di 18 anni con tumore di testa e collo a cellule squamose recidivo o metastatico, refrattario al platino, che avevano mostrato progressione del tumore durante o entro 6 mesi dal trattamento contenente platino, somministrato in ambito adiuvante, neo-adiuvante, primario o metastatico. La terapia scelta dallo sperimentatore includeva metotrexato, docetaxel o cetuximab. L’endpoint primario era la sopravvivenza globale. Gli endpoint secondari dello studio includevano la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e il tasso di risposta obiettiva (ORR).
“L’approvazione della Commissione Europea evidenzia non solo che nivolumab rappresenta la prima nuova opzione terapeutica in 10 anni per pazienti con tumori avanzati di testa e collo, ma anche il primo trattamento immuno-oncologico per il SCCHN”, ha commentato Murdo Gordon, Executive Vice President e Chief Commercial Officer, Bristol-Myers Squibb. “Bristol-Myers Squibb mantiene il suo impegno a ridefinire la sopravvivenza dei pazienti con cancro e, ora che nivolumab è stato approvato in Europa, lavoreremo in collaborazione con le Autorità sanitarie dell’Unione Europea per assicurare che questa terapia sia disponibile per i pazienti il prima possibile”.
Nell’analisi ad interim di questo importante studio, nivolumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della OS con una riduzione del 30% del rischio di morte (HR = 0,70; IC 95%: 0,53 – 0,92; p = 0,0101) e una OS mediana di 7,5 mesi (IC 95%: 5,5 – 9,1) con nivolumab rispetto a 5,1 mesi (IC 95%: 4,0 – 6,0) nel braccio del trattamento scelto dallo sperimentatore. Non sono state osservate differenze significative tra i due bracci per PFS (HR = 0,89; IC 95%: 0,70 – 1,13) o ORR (13,3%; IC 95%: 9,3 – 18,3 vs 5,8%; IC 95%: 2,4 – 11,6 rispettivamente con nivolumab e trattamento scelto dallo sperimentatore). L’approvazione della Commissione Europea si basa sui risultati aggiornati dello studio, che saranno presentati al 53° Meeting Annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).
Gli outcome riportati dai pazienti (PRO) sono stati valutati utilizzando le seguenti valutazioni della qualità di vita della European Organization for Research and Treatment of Cancer (EORTC): gli strumenti EORTC QLQ-C30, EORTC QLQ-H&N35 ed EQ-5D a 3 livelli. I pazienti trattati con nivolumab hanno mantenuto PRO stabili, mentre quelli assegnati alla terapia scelta dallo sperimentatore hanno mostrato riduzioni significative del funzionamento (es. fisico, di ruolo e sociale) e dello stato di salute e un aumento della sintomatologia (es. fatigue, dispnea, perdita di appetito, dolore e disturbi sensoriali).
Il profilo di sicurezza di nivolumab nello studio CheckMate -141 era in linea con quanto osservato in precedenti studi su pazienti con melanoma e tumore del polmone non a piccole cellule. Reazioni avverse gravi si sono manifestate nel 49% dei pazienti che hanno ricevuto nivolumab. Le reazioni avverse gravi più frequentemente riportate, in almeno il 2% dei pazienti trattati con nivolumab, erano polmonite, dispnea, polmonite da aspirazione, insufficienza respiratoria, infezione dell’apparato respiratorio e sepsi.

Il tumore testa-collo
I tumori del distretto testa-collo originano prevalentemente dalle cellule squamose, che rivestono le superfici mucose umide all’interno della testa e del collo, come bocca, naso e gola. Il cancro del distretto testa-collo è il settimo tipo di tumore più frequente al mondo; ogni anno si stima vengano diagnosticati dai 400.000 ai 600.000 nuovi casi e registrati 223.000-300.000 decessi. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è inferiore al 4% nella malattia metastatica in stadio IV. Il carcinoma di testa e collo a cellule squamose (SCCHN) rappresenta circa il 90% di tutti i tumori del distretto testa-collo e si stima un aumento del 17% dell’incidenza globale tra il 2012 e il 2022. I fattori di rischio di SCCHN sono il tabagismo e il consumo di alcool. Anche l’infezione da Papilloma virus umano (HPV) è un fattore di rischio che porta a un rapido incremento dei casi di SCCHN orofaringeo in Europa e nel Nord America.

Nivolumab
Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1 (programmed death-1) che è stato progettato per potenziare il nostro stesso sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Rinforzando il sistema immunitario contro il cancro, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di tumore.
Il vasto programma di sviluppo di nivolumab si basa sulle conoscenze scientifiche di Bristol-Myers Squibb nel campo dell’immuno-oncologia e include un’ampia gamma di studi clinici, in tutte le fasi della sperimentazione, compresa la fase III, in molti tipi di tumori. Ad oggi, nel programma di sviluppo clinico di nivolumab sono stati arruolati più di 25.000 pazienti. Gli studi clinici con nivolumab hanno contribuito ad approfondire le conoscenze sul potenziale ruolo dei biomarcatori nella cura dei pazienti, in particolare nel modo in cui essi possano beneficiare del farmaco in base ai livelli di espressione di PD-L1.
A luglio 2014, nivolumab è stato il primo inibitore di checkpoint immunitario PD-1 ad aver ottenuto l’approvazione delle Autorità Regolatorie in tutto il mondo. Attualmente è approvato in più di 60 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Giappone. A ottobre 2015, la combinazione di nivolumab e ipilimumab è stato il primo regime in campo immuno-oncologico a ricevere l’approvazione dalle Autorità Regolatorie per il trattamento del melanoma metastatico ed è attualmente approvata in più di 50 Paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

Condividi