Appello degli scienziati al governo australiano: “stop alla maxi miniera di carbone”

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Un gruppo di oceanografi e leader globali ha scritto al primo ministro conservatore australiano Malcolm Turnbull, esortandolo a respingere il progetto di una colossale miniera di carbone del costo di 16 miliardi di dollari (11,2 miliardi di euro) nel Queensland centrale, avvisando che questa avrebbe un impatto letale sulla Grande Barriera Corallina, gia’ devastata dallo sbiancamento dei coralli. La lettera del gruppo Ocean Elders (Anziani degli Oceani), che comprende fra gli altri il principe Alberto II di Monaco, la regina Noor di Giordania, Sir Richard Branson, l’aeronauta in mongolfiera Bertrand Piccard oltre agli oceanografi, sostiene che la miniera, se andra’ avanti, compromettera’ gli sforzi internazionali di mitigare il cambiamento climatico. Il progetto della miniera Carmichael nel Galilee Basin, che il controverso miliardario minerario indiano Gautam Adani spera di avviare entro l’anno con il sostegno del governo laburista statale del Queensland, avrebbe una vita potenziale da 26 a 60 anni, creando secondo le stime emissioni per 705 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

La compagnia attende ora, oltre alla conferma di finanziamenti, l’approvazione di un prestito da un ente governativo australiano pari 560 mila euro, per costruire una ferrovia di 460 km dal Galilee Basin fino al porto di Abbot Point prospiciente la Grande Barriera Corallina. Adani sostiene che il carbone della miniera potra’ generare energia per 100 milioni di indiani e assicurera’ al Queensland entro 30 anni 10 mila posti di lavoro e l’equivalente di 15,4 miliardi di euro miliardi di dollari in proventi da imposte e diritti di sfruttamento. “Siamo in una situazione incontrollata rispetto al riscaldamento del pianeta, che sta anche cambiando la struttura chimica degli oceani. Sappiamo cosa fare, e’ una questione di essere abbastanza intelligenti e coraggiosi per seguire la giusta strada”, recita la lettera. I firmatari esortano l’Australia a “dimostrare leadership sul clima” abbandonando il progetto.

E osservano che la responsabilita’ dell’Australia nell’estrarre il carbone non viene meno se questo viene bruciato in India. E che la giustificazione economica per il sostegno alla miniera e’ infondata, dato il “decrescente mercato globale per il carbone”. Secondo un rapporto del comitato dell’Unesco per il patrimonio mondiale, il 75% delle 29 barriere coralline del mondo e’ stato esposto negli ultimi tre anni a condizioni che causano lo sbiancamento, in gran parte a causa del cambiamento climatico. Nella Grande Barriera australiana, il riscaldamento delle acque ha causato nel 2016 la morte di circa un terzo dei coralli nelle regioni settentrionale e centrale.

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