Blue Whale: dalla Polizia i consigli ufficiali, utili per adulti e ragazzi

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“Da circa un mese anche a seguito di numerose segnalazioni giunte agli uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni, si è avuto modo di monitorare con attenzione il fenomeno online ‘blue whale’ del quale si è recentemente interessata la stampa nazionale”. Ad affermarlo la Polizia spiegando che tale fenomeno impropriamente definito ‘gioco’, di probabile origine russa, avrebbe come obiettivo per chi lo conduce in Rete in qualità di tutor, di coinvolgere i partecipanti in atti di autolesionismo ed attività sempre più pericolose sino a condurli ad eventi suicidiari.

“Le investigazioni in corso – aggiunge la Polizia – hanno messo in rilievo la propagazione di attività emulative molto pericolose tra gruppi di adolescenti sia sulle piattaforme social che su servizi di messaggistica istantanea“. La Postale riceve, come noto, le segnalazioni degli utenti anche attraverso il portale online www.commissariatodips.it, all’interno del quale è stata inaugurata una stanza virtuale dedicata ad illustrare i pericoli emergenti in Rete, agevolare le segnalazioni attraverso la compilazione di uno specifico form e sensibilizzare gli utenti all’adozione di idonee contromisure strutturate anche grazie all’ausilio specialistico di psicologi della Polizia di Stato. Facile arrivarci. Direttamente sulla home page del sito del commissariato P.S. c’è un tasto blu con scritto ‘Stop Blue Whale‘. Dentro si leggono una serie di consigli pratici per gli adulti e i ragazzi e un’altra sezione dove si possono segnalare i casi di blue whale tramite la compilazione di un format.

La Polizia avverte subito gli adulti che “chi aderisce alla sfida del Blue Whale viene indotto a tenere ostinatamente all’oscuro gli adulti significativi, insegnanti e genitori in primis, adducendo giustificazioni e scuse per spiegare ferite, cambi di abitudini, comportamenti inusuali: approfondite sempre quello che non vi convince”. E’ consigliabile quindi “aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno“. Bisogna inoltre “prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno veglia: alcuni passi prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4,20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste, salire su palazzi e sporgersi da cornicioni“.

E se si ha il sospetto che il figlio frequenti spazi web sul Blue Whale, ai genitori la Polizia suggerisce di parlargli “senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra ‘roba da ragazzi’ per i ragazzi sia determinante“. Anche i casi tra gli amici dei figli vanno immediatamente segnalati o direttamente alla famiglia o alla scuola o alla Postale.

Ai ragazzi la Polizia dice chiaro: “La sfida del Blue Whale non è un gioco né una prova di coraggio, è qualcosa che attraverso i social può far leva sulla fragilità di alcuni bambini e ragazzi, inducendoli a mettersi seriamente in pericolo: non contribuire a diffondere questo rischio“. E poi: “Nessuna sfida con uno sconosciuto o con gruppi di amici sui social può mettere in discussione il valore della tua vita: segnala chi cerca di indurti a farti del male, a compiere autolesionismo, ad uccidere animali, a rinunciare alla vita“. E se “anche se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Blue Whale, non sei obbligato a proseguire: parlane con qualcuno, chiedi aiuto, chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te“.

Se conosci un coetaneo che dice di essere una Blue Whale parlane subito con un adulto“, dice la Polizia ai ragazzi. Allo stesso modo “se qualcuno ti ha detto di essere un ‘curatore’ per la sfida Blue Whales sappi che potrebbe averlo proposto ad altri bambini e ragazzi”. E quindi, “in rete come nella vita aiuta sempre chi è in difficoltà”.

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