Salute: verso un marker nel sangue per la Sclerosi multipla

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Un nuovo marcatore nel sangue che consentirà di monitorare l’andamento della sclerosi multipla, aiutando i medici a ‘calibrare’ le cure nel migliore dei modi. Sarà uno degli argomenti ‘caldi’ al congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims), che si tiene quest’anno a Parigi (Francia), in collaborazione con il comitato americano Actrims.
Come per l’infarto – spiega all’Adnkronos Salute Giancarlo Comi, direttore del Centro sclerosi multipla dell’ospedale San Raffaele di Milano – oggi abbiamo a disposizione un marcatore, derivante da neurofilamenti, cioè ‘pezzettini’ di proteina liberati dalla cellule quando muoiono, nel sangue e anche nel liquor. Ci aiuterà a valutare l’andamento della malattia e a utilizzare al meglio anche la risonanza magnetica“. Al convegno di Parigi si farà anche il punto “su farmaci già disponibili per la sclerosi multipla, che puntiamo però a ottimizzare nel loro utilizzo, soprattutto per le forme progressive, che prima non avevano grandi opzioni di trattamento. C’è grande attesa in particolare per tre molecole con azione selettiva, con studi di fase III appena conclusi“.
Per quanto riguarda l’impiego delle cellule staminali contro la malattia, “purtroppo non abbiamo risultati definitivi dai trial, nessuno è attualmente concluso. La comunità scientifica italiana“, che porta avanti anche alcuni di questi studi, “è comunque molto ben rappresentata: ci piazziamo secondi appena dopo la Germania e prima dell’Inghilterra, sia a livello di quantità che di qualità degli studi“, conclude Comi.
Ci sono già numerosi farmaci che si stanno sperimentando per le forme progressive in tutto il mondo – aggiunge Gianvito Martino, direttore scientifico Irccs ospedale San Raffaele di Milano e capo Unità di ricerca in Neuroimmunologia – non ci è dato oggi di capire quali di questi trattamenti sono quelli che un giorno dimostreranno di poter funzionare: alcune sperimentazioni sono ancora all’inizio, altre sono più avanzate e necessitano di ulteriori conferme“.
Per averle, con il progetto ‘Brave in Ms’, “i 13 gruppi di ricercatori e gli 8 Centri coinvolti in tutto il mondo hanno messo a punto un database informatico che contiene tutte le caratteristiche dei pazienti (genetiche, patologiche, immunologiche, radiologiche, cliniche) che confronteremo ‘in silico’, cioè al computer, con tutte le molecole già approvate per l’uso nell’uomo. Prevediamo, in questo modo, di selezionare diverse decine di molecole promettenti da valutare prima in vitro e poi in vivo per identificare quelle da potere avviare alla sperimentazione clinica per curare le forme progressive di sclerosi multipla“, afferma l’esperto.
Quanto agli studi sulle cellule staminali, “oggi – aggiunge Martino – possiamo dire che la terapia cellulare può rappresentare una reale e concreta possibilità anche per il trattamento della sclerosi: dopo una lunga fase preparatoria, si stanno già valutando queste terapie nei pazienti e quindi nei prossimi anni sapremo quali sono i fatti reali legati al potenziale terapeutico di questi nuovi approcci“. Martino è responsabile del primo studio al mondo, co-finanziato da Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), che sperimenta la sicurezza delle staminali neurali adulte in pazienti con sclerosi progressiva: “Abbiamo già trapiantato le staminali del cervello in tre pazienti: a distanza di tre mesi dall’ultimo intervento non si sono evidenziati particolari effetti collaterali e non sono emerse particolari problematiche di sicurezza del trattamento somministrato. Per questo stiamo selezionando il secondo gruppo di tre pazienti cui verrà somministrata una dose doppia di cellule, sempre per verificare la sicurezza del trattamento“.

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