Eruzioni vulcaniche e temperature più alte: la più grande estinzione climatica risale a 252 milioni di anni fa

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La più grande estinzione di massa mai avvenuta sulla Terra causata dal riscaldamento globale si è verificata 252 milioni di anni fa, ovvero alla fine del Permiano, quando ancora non c’erano nemmeno i dinosauri. La maggior parte delle specie allora esistente, in particolare quelle marine, è stata letteralmente eliminata da diverse e gigantesche eruzioni vulcaniche nell’attuale Siberia, fenomeni che arricchirono l’atmosfera di gas serra come l’anidride carbonica. A rivelarlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista Science da un gruppo delle Università americane di Washington e Stanford. La ricerca si è basata sull’analisi di resti fossili di animali marini e su modelli climatici, applicati anche a 61 specie animali moderne. Secondo gli autori, le eruzioni vulcaniche verificatesi all’epoca furono spaventose e devastanti e portarono all’estinzione di circa il 96% delle specie marine conosciute.

Gli animali morirono perché non riuscirono più a respirare“, hanno spiegato gli autori. “L’innalzamento delle temperature portò, infatti, a un surriscaldamento delle acque, che non riuscirono più a trattenere abbastanza ossigeno da permettere loro di sopravvivere“, hanno spiegato i paleontologi americani coinvolti nella ricerca. La Terra alla fine del Permiano era ancora formata da un supercontinente, noto come Pangea. Le temperature e i livelli di ossigeno degli oceani erano simili a quelle attuali prima che le eruzioni innescassero profondi sconvolgimenti climatici. Secondo lo studio, “a soffrire di più la mancanza di ossigeno furono le specie che vivevano lontano dall’equatore. Dove – hanno concluso gli autori – il metabolismo degli organismi era più adatto a condizioni ambientali critiche come temperature elevate e carenza di ossigeno“.

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