Non si trova lievito di birra. Finito. La produzione non riesce a tenere testa alla domanda. Gli italiani sembrano impazziti in questa folle corsa per accaparrarsi il prezioso elemento utile a far lievitare pane, pizza e molti altri prodotti da forno. Ma qual è il motivo? Semplice: un improvviso e atavico spirito di sopravvivenza che ha portato tutti a credere che a breve resteremo senza scorte alimentari. Esattamente come succedeva durante le due guerre mondiali, quando spesso bisognava arrangiarsi con ciò che si trovava in giro, e per avere alimenti come zucchero, farina, sale, caffè, bisognava quasi vendere l’anima al diavolo. Diceva mio nonno, quando ero una bambina, “mangia oggi, che domani non sai se potrai”. E ovviamente non lo diceva solo mio nonno. Lo avranno detto tutti quei nonni che gli anni della guerra, delle privazioni, della paura della fame, li hanno vissuti. Dunque per questo, forse, oggi ci affanniamo a riempire le nostre dispense nonostante i beni di prima necessità (e anche di seconda e di terza) sono e saranno garantiti.
Il lievito, però, non si trova. Ma non si trova non perché la produzione sia diminuita a causa dell’emergenza Coronavirus, ma perché la sciura Maria di Milano, come anche donna Rosalia di Palermo, che fanno? Vanno al supermercato, vedono che il lievito c’è, magari perché è stato appena messo nel banco frigo, e ne fanno incetta. Come se non ci fosse un domani. Ma un domani c’è, per noi e per gli altri. E dunque perché privare altri di poter aver un panetto di lievito solo perché io ho la fortuna di arrivare proprio nel momento in cui il negozio ne ha fatto rifornimento? La risposta sta in quell’atavico spirito di sopravvivenza che abbiamo ereditato dai nostri nonni, forse. Ma essendo noi esseri pensanti ed evoluti, perché non usare il senso di discernimento e l’intelletto per capire che, se evito di fare razzia di tutto il lievito presente nel banco frigo e ne prendo solo un panetto, magari ne troverò la settimana prossima, e poi quella dopo ancora? E magari lo troveranno anche gli altri.
E parliamo del lievito ma gli esempi potrebbero essere decine: dalla farina alla pasta, dalle merendine al pan carré, dal burro alle uova. Insomma, stiamo vivendo questa quarantena come se fossimo davvero in guerra, ma in guerra non siamo. Dobbiamo solo stare in casa per evitare contagi, ma si può uscire per la spesa e inoltre le aziende che producono alimenti sono funzionanti e in piena attività. Che senso ha dunque privare gli altri di un bene che può servire in queste lunghe giornate casalinghe? Egoismo e mancanza di cognizione sono sempre stati padroni del mondo. E questa ne è l’ennesima prova. Ci sono supermercati dove il prezzo del lievito di birra è arrivato alle stelle e viene sbriciolato e venduto a peso, come fosse oro. Se ci vedessero i nostri nonni, quelli che hanno vissuto la guerra, si farebbero due risate.