Clima, livello record per le concentrazioni globali di CO? nonostante il lockdown: mai così alte da 3-5 milioni di anni [MAPPE]

Nel 2020, i livelli globali di CO? hanno raggiunto un massimo record a maggio: nonostante il mondo si sia quasi fermato, questo non ha avuto un effetto rilevante
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L’anidride carbonica (CO?) è un gas serra ben noto, insieme al metano (CH?), altro potente gas serra. I gas serra intrappolano il calore del sole nell’atmosfera terrestre, aumentando le temperature globali poiché il calore non riesce a sfuggire nell’atmosfera. In quest’analisi di Severe Weather Europe realizzata da Andrej Flis viene evidenziato come i livelli globali di CO? abbiano continuato ad aumentare, nonostante il lockdown a causa della pandemia di coronavirus che ha praticamente fermato quasi tutto il mondo.

I grafici sui dati di GEOS-5 della NASA (vedi gallery scorrevole in alto) mostrano la concentrazione di CO? nel mondo per il 25 luglio. Nel 2020, i livelli globali di CO? hanno raggiunto un massimo record a maggio, con circa 414,5 parti per milione (ppm), che significa che per 1 milione di molecole di aria, quasi 415 sono molecole di CO?. Il valore più alto precedente era di circa 411,9 ppm nel 2019. Uno dei siti di campionamento della CO? più utilizzati e conosciuti è Mauna Loa, alle Hawaii, che ha la più lunga registrazione di misurazioni dirette dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Raccoglie dati dal maggio 1974, il che rende questo set di dati un buon indicatore delle tendenze decennali della CO?. I dati precedenti al 1974 sono aggiunti dalle osservazioni dello Scripps Institution of Oceanography.

Studi scientifici e dati dalle carote di ghiaccio dimostrano che l’ultima volta che la Terra ha sperimentato un livello così alto di anidride carbonica era 3-5 milioni di anni fa. In quel periodo, le temperature erano più alte di 2-3°C rispetto ad oggi e il livello del mare era di 10-20 metri superiore a quello attuale.

I livelli di CO? seguono un ciclo stagionale, caratterizzato da un calo per alcuni mesi ogni anno. Il motivo di questo andamento è naturale. Alla fine della primavera e in estate, la vegetazione sulla terra e in mare è abbondante e consuma anidride carbonica nel processo della fotosintesi. In autunno e inverno, invece, le piante muoiono e soprattutto sulla terra, la vegetazione si decompone e rilascia parte della CO? di nuovo nell’atmosfera. Poiché la maggior parte delle terre emerse e della vegetazione si trova nell’emisfero settentrionale, qui si ha l’impatto più forte del ciclo stagionale.

Il lockdown per la pandemia

All’inizio del 2020, la pandemia di COVID-19 ha iniziato a diffondersi nel mondo. I trasporti globali si sono quasi fermati, così come l’industria, ma i livelli di CO? hanno continuato ad aumentare, sebbene ad un tasso più lento rispetto a quanto atteso. Nel complesso, i livelli globali di anidride carbonica hanno raggiunto comunque un nuovo valore record. Questo significa che anche con il pesante rallentamento dell’industria e del traffico imposto dalla pandemia, un livello che nessun trattato mondiale potrà mai raggiungere senza distruggere l’economia attuale, piegata dalle prolugate chiusure, le emissioni non si sono ridotte al punto da costituire un forte impatto o una reale riduzione dei livelli globali di CO?. Il lockdown per l’emergenza coronavirus ha fatto da test per l’impatto della riduzione delle emissioni umane sulle concentrazioni globali di anidride carbonica: nonostante il mondo si sia quasi fermato, questo non ha avuto un effetto rilevante sui livelli globali di CO?.  

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